La magia di un abbraccio by Mary Balogh

La magia di un abbraccio by Mary Balogh

autore:Mary Balogh [Balogh, Mary]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852096075
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


12

Joel infilò il quadretto tra sedile e finestrino. Cox-Phillips lo aveva definito “miniatura”, ma era un po’ troppo grande per esserlo. Lo avrebbe guardato una volta rimasto solo.

Henry e Mary Cunningham.

Dorinda Cunningham.

Tre sconosciuti, tutti morti. Benché portasse il loro nome e nelle sue vene scorresse il loro sangue, a Joel sembrava che non avessero nulla a che vedere con lui. Forse la madre gli sarebbe parsa più reale dopo avere guardato il quadro. O forse meno. Avrebbe riconosciuto la mano del padre nelle pennellate e nello stile del ritratto? Sarebbe riuscito a capire dagli occhi della madre se stesse guardando l’uomo che lo aveva generato e quale sentimento provasse nei suoi confronti? Tutti quegli interrogativi gli mettevano ansia: quasi avrebbe preferito che il quadro non esistesse o che Cox-Phillips non glielo avesse dato.

Mentre la carrozza partiva, pensò di non essere l’unico a cui quella visita aveva dato delle emozioni. Camille era andata con lui dopo una giornata di lavoro per offrirgli un sostegno morale, ed era stata insultata dall’uomo che avrebbe dovuto sposare.

— Mi dispiace molto — disse.

— Per il fatto che Uxbury mi ha chiamato “sgualdrina”? — domandò Camille. — O perché ha detto che non ero la benvenuta in quella casa? Non dovete scusarvi. Non siete stato voi a dirlo, inoltre non mi avete costretto con la forza ad accompagnarvi.

— Si dice che le parole siano l’arma più potente, ed è vero. Un tempo stimavate quell’uomo, altrimenti non avreste accettato di sposarlo.

— Ho sempre pensato che fosse un gentiluomo, invece mi sbagliavo. Mi dà molto fastidio, e fa male sentirsi insultare senza avere alcuna colpa. Però non posso fare a meno di ricordare che, quando ho visto Anastasia a casa di Avery e lei si è seduta in mezzo a noi, mi sono adirata perché ritenevo che non fosse degna di stare con persone rispettabili come la nostra famiglia. A volte le parole degli altri funzionano come uno specchio in cui riconosciamo i nostri difetti.

— Non posso che ripetere ciò che vi ho già detto: Uxbury non era degno di voi, Camille. È un essere ignobile e siete stata fortunata a non sposarlo. Mi dispiace di non averlo preso a cazzotti. Avrei dovuto farlo per voi. Avrei dovuto fargli un occhio nero e fargli ingoiare i denti. A differenza del duca di Netherby, non sono stato all’altezza della situazione.

— In quel contesto Avery ha fatto la cosa giusta — convenne Camille, allacciandosi la cintura di sicurezza mentre la carrozza, giunta in fondo al viale, imboccava la strada tra i sobbalzi. — Mi avete detto che Uxbury lo aveva sfidato a duello e Avery, per una questione d’onore e d’orgoglio, non poteva rifiutarsi di combattere. Oggi la situazione era diversa. Eravate entrambi ospiti di un uomo in fin di vita. Sarebbe stato a dir poco inappropriato fare a pugni in sua presenza, nella sua casa. E lo sarebbe stato anche litigare. Uxbury non si è comportato da gentiluomo, voi sì. Avete agito correttamente e vi ringrazio per questo.

— E



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