Registro delle assenze by Salvatore Settis

Registro delle assenze by Salvatore Settis

autore:Salvatore Settis [Settis, Salvatore]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2024-01-29T15:08:25+00:00


24 Dalla commemorazione di Torelli all’Accademia delle Scienze di Torino (13 dicembre 2022), pubblicata negli Atti dell’Accademia, 2023, pp. 1-14.

25

Le battaglie sul paesaggio di Alberto Asor Rosa25

(1933-2022)

Nella sua vita intensa, Alberto Asor Rosa ha lasciato significative tracce di sé anche sul fronte della difesa del paesaggio, tema sul quale ebbi con lui un fitto epistolario, in gran parte disperso perché via email. Appoggiandomi su quel poco che ho saputo ricostruire (ma senza una vera ricerca che pure andrebbe fatta), provo a ripercorrere le vicende di quegli anni che spinsero Alberto a tanto impegno. Il fatto più noto è la controversia, che proprio da lui fu innescata, sulla tutela della Val d’Orcia. In sintesi: il paesaggio di quell’area preziosa include Pienza, la ‘città d’autore’ fondata da Pio II verso il 1460, e ancora intatta in quello scenario meraviglioso, in un rapporto città-campagna straordinariamente armonioso; tanto è vero che nel 2004, dopo un complesso iter, partito dalle amministrazioni locali e poi conclusosi con successo, l’intera Val d’Orcia fu proclamata sito Unesco. Ma due anni dopo su molti giornali (per esempio sul Messaggero) venne fuori a pagina piena un annuncio economico: a un passo da Pienza, a Monticchiello, stavano per esser costruite delle villette a schiera, denominate Casali di Monticchiello. ‘Case da amare’ dice lo slogan, segnalando che si trattava di un sito Unesco. In altri termini, dopo aver creato un sito Unesco perché quel paesaggio era intatto e prezioso, si vollero installare in quel paesaggio 21.000 m³ di cemento, unità abitative da vendersi a prezzo maggiorato proprio perché di sito Unesco si tratta. L’etichetta Unesco veniva dunque sfruttata commercialmente per aumentare il valore immobiliare.

Fu proprio Asor a denunciare per primo, con grande efficacia ed eco mediatica, questo episodio, prendendolo a simbolo di una grave malattia che riguarda l’intera Italia. Nel suo articolo (Repubblica, 24 agosto 2006) partiva da una domanda di cui è facile indovinare la risposta: «Un ecomostro è meglio distruggerlo dopo che è stato realizzato o impedirne la realizzazione?» Chiedendo ai ministri Rutelli (Beni Culturali) e Pecoraro Scanio (Ambiente) di impedire la costruzione di quel villaggetto, Asor doveva giustificare la parola «ecomostro», e lo fece elencando quattro argomenti: le spropositate dimensioni del nuovo insediamento, 95 villette; lo stravolgimento del profilo collinare; l’uso a fini speculativi di una forma architettonica che non corrisponde alla tipologia toscana dell’architettura di campagna; infine, il forte squilibrio insediativo, dato che il nuovo complesso avrebbe avuto un numero di abitanti superiore a quello della stessa Monticchiello.

Questo intervento fu salutato da molti consensi, ma anche da violente polemiche. Rutelli avviò un procedimento di vincolo che comportava il blocco di quei lavori, ma, dopo l’infelice caduta del secondo governo Prodi e il subentro di Berlusconi, il nuovo ministro Bondi capovolse l’indirizzo di Rutelli facendo leva su una sentenza del Consiglio di Stato, e quelle case (l’‘ecomostro’ di Asor Rosa) furono costruite. La principale accusa allora rivolta ad Asor è che egli aveva parlato pro domo sua, avendo casa da quelle parti, e meritava dunque la patente di Nimby, ‘Not In My Back Yard’; come dire, fate pure quel che volete, ma non vicino a casa mia.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.