I Mostri in Soffitta by AaVv

I Mostri in Soffitta by AaVv

autore:AaVv [AaVv]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Science Fiction
editore: La Tribuna
pubblicato: 1972-06-02T10:53:53+00:00


Et sunt sua fata sepulchris.

Gli avvenimenti che ho narrato non sono immaginari. Sono FATTI. E vive ancora una persona, la cui autorità nessuno oserebbe mettere in dubbio, che potrebbe testimoniare l’assoluta esattezza di ogni frase da me scritta, anche con tutti i dettagli di un testimonio oculare.

L’esperimento del Dottor Heidegger

di Nathaniel Hawthorne

Titolo originale: Dr. Heidegger’s Experiment (1837)

Traduzione di Gian Paolo Cossato e Sandro Sandrelli

Quell’uomo assai singolare, il vecchio dottor Heidegger, un giorno invitò quattro venerabili amici ad incontrarlo nel suo studio. Essi erano tre gentiluomini dalla barba bianca, il signor Medbourne, il colonnello Killigrew, e il signor Gascoigne, ed una gentildonna avvizzita, nota dovunque come la vedova Wycherly. Erano tutte vecchie creature malinconiche, non certo beneficate dalla vita, ed entro poco tempo erano certamente destinate a finire nella tomba.

Il signor Medbourne, nel pieno vigore degli anni era stato un prospero mercante, ma aveva perduto tutto il suo patrimonio in speculazioni insensate. Ora, era poco più di un mendicante. Il colonnello Killigrew aveva consumato i suoi anni migliori, la sua intera sostanza e la salute, nell’inseguire i più peccaminosi piaceri, i quali gli avevano procurato un gran numero di sofferenze, come ad esempio la gotta, e molti altri tormenti dell’anima e del corpo. Il signor Gascoigne era un uomo politico fallito, un uomo di cattiva reputazione, o per lo meno lo era stato fino a quando il tempo l’aveva praticamente seppellito nel dimenticatoio, facendolo diventare oscuro piuttosto che malfamato. Per quanto riguardava la vedova Wycherly, la tradizione ci dice di lei che era una grande bellezza, ai suoi tempi; ma per un lungo periodo, in passato, aveva vissuto in una reclusione completa a causa di certe storie scandalose che l’avevano drasticamente esclusa dall’ambiente dei notabili della città. Ed è una circostanza, questa, che val la pena di ricordare: tutti e tre quei vecchi gentiluomini, il signor Medbourne, il colonnello Killigrew e il signor Gascoigne, erano stati a suo tempo amanti della vedova Wycherly, e avevano corso il rischio, in quei giorni, di tagliarsi reciprocamente la gola per lei. Qui, prima di procedere oltre, mi limiterò ad accennare che il dottor Heidegger e i suoi quattro ospiti venivano spesso considerati un po’ fuori di senno, caso non infrequente con i vecchi, quando sono tormentati dai dolori presenti e dal ricordo delle passate sventure.

«Miei cari, vecchi amici», esclamò il dottor Heidegger, invitandoli con un cenno a sedersi, «desidero il vostro aiuto per uno di quei piccoli esperimenti dei quali mi diletto qui nel mio studio.»

Se tutte le storie che si raccontavano erano vere, lo studio del dottor Heidegger doveva essere un posto straordinario. Era una stanza tenebrosa, di vecchio stile, festonata di ragnatele e cosparsa di polvere secolare. Le pareti scomparivano dietro a massicce librerie di quercia, i cui scaffali, ai livelli inferiori, erano pieni zeppi, fila dopo fila, di poderosi in-folio e in-quarto, stampati a grossi caratteri; più in alto, innumerevoli in-dodicesimo, rivestiti di pergamena. Sopra la libreria centrale campeggiava un busto in bronzo di Ippocrate, col quale, secondo accreditate indiscrezioni, il



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