L'Amore E Gli Stracci Del Tempo by Anilda Ibrahimi

L'Amore E Gli Stracci Del Tempo by Anilda Ibrahimi

autore:Anilda Ibrahimi [Ibrahimi, Anilda]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Amazon: B005VOHCOW
editore: EINAUDI
pubblicato: 2010-10-06T22:00:00+00:00


Capitolo ventisettesimo.

Ines ricorda spesso il loro primo incontro. Rammenta ogni singola parola, seziona i gesti volontari e involontari di Zlatan. E si sfinisce nell'immaginare scenari per il loro futuro, un futuro che non promette niente di buono.

«Di buono c'è il mio amore per lui, - si dice, - di buono c'è solo questo».

L'amore ti stanca l'animo, cerchi continuamente qualcos'altro, perché qualcosa manca sempre.

- A noi due manca un progetto comune, - se ne esce un giorno mentre lui stira una camicia.

- Un progetto più comune di questo, - ride lui dietro una nuvola di vapore indicando il ferro da stiro che ha in mano.

Vivono insieme ormai, di che altro progetto parla? Ma a Ines non basta. Non è un ferro da stiro a vapore avuto con i punti della spesa che può zittirla.

- Tu continui a cercare Ajkuna, - aggiunge lei mentre il ferro respira affannato nell'impresa di far sparire un'invisibile piega sopra la spalla destra della camicia.

Bisognerebbe inventare un ferro da stiro che faccia sparire le pieghe delle nostre vite, ecco cosa pensa lei guardando lui che continua a stirare senza rispondere. O almeno quelle che non vogliamo, quelle che non abbiamo scelto. Ma forse sarebbe complicato, pensa Ines, in fondo delle cose che non prendono la giusta piega noi diciamo sempre che non le abbiamo scelte.

Anche lei si dice sempre che non ha scelto Zlatan, che le è capitato e basta. così la prima notte passata insieme, così tutte le notti passate con lui che sembrano una lunga prima notte.

La sera si coricano febbricitanti, trasferiscono la disperazione delle loro giornate nella passione fisica, fino a sfinirsi. Lui continua a prenderla da dietro. A volte fanno l'amore con rabbia, altre si accarezzano per ore. Si leccano come animali feriti. Poi cadono sempre allo stesso modo, uno accanto all'altra, distaccati, lontani.

- Tu continui a cercare lei, - dice di nuovo Ines.

Lui poggia il ferro da stiro e alza le spalle. Che altro deve fare se non cercare Ajkuna?, sembrano dire le sue spalle. A lui pare naturale.

- Si sarà fatta una vita anche lei, gli anni passano per tutti, - aggiunge Ines.

- Non si sarà fatta nessuna vita, - taglia corto lui con la voce rauca. - Sarà seduta in qualche angolo del mondo a fare l'unica cosa che una come lei sa fare: aspettarmi.

- Come può stare seduta per anni ad aspettare un uomo che non sa se è vivo o morto?

Ines pensa che è poetico, si, tutto questo, ma non ha nulla di reale. Eppure lui sembra convinto.

Lui le racconta di come Ajkuna aspetta le persone che promettono di tornare. Aspetta la mamma sul divano spaventata dai tuoni, aspetta che lui torni con il peso di Hoshimin sopra, aspetta ore nella casetta di legno che lui finisca i giochi con i maschi. Senza mai muoversi.

Una volta, dopo pochi mesi che era andato a studiare a Belgrado, l'aveva chiamata per dirle che sarebbe tornato il giorno successivo. Forse di mattina, aveva aggiunto, senza precisare l'ora.

Lei era andata alla stazione degli autobus al mattino.



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