Felicit by Paolo Legrenzi;

Felicit by Paolo Legrenzi;

autore:Paolo, Legrenzi; [Legrenzi, Paolo ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psicologia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815356772
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-08-15T00:00:00+00:00


Alla prima metà dei soggetti veniva detto che alcuni studiosi avevano avanzato l’ipotesi che chi ha un cuore forte (tipo 1) può resistere meglio alle basse temperature corporee. Alla seconda metà dei soggetti, tenuti separati dai primi, veniva illustrata l’ipotesi opposta: chi ha un cuore debole (tipo 2) resiste meglio al freddo. A entrambi i gruppi veniva sottolineato il fatto che una singola prova sarebbe stata del tutto insufficiente per determinare il tipo di cuore, dato che c’erano fortissime differenze da una prova all’altra.

Finita la lezione, entrava in scena un’altra sperimentatrice, che si presentava, agli occhi degli studenti, come appena arrivata e quindi ignara di tutto. Essa somministrava la seconda prova con il refrigeratore.

Risultati: i tempi di sopportazione rilevati alla seconda prova aumentarono per il primo gruppo e diminuirono per il secondo. Gli studenti a cui era stato detto che il resistere al freddo è prova di un cuore forte, tenevano le mani nell’acqua fredda più a lungo nella seconda prova che nella prima; gli altri facevano il contrario.

Un colloquio finale, dopo la prova, indicò che i partecipanti non erano consapevoli di questo loro cambiamento nei tempi di immersione. Tutti avevano invece capito benissimo che la resistenza al freddo era soltanto un segno della bontà del loro cuore, così come un termometro non è altro che un indicatore della temperatura corporea. Era quindi chiaro che, così come il termometro non causa la malattia ma ne misura gli effetti, la bassa o alta tolleranza al freddo non rendevano il cuore più o meno forte né mutavano l’aspettativa di vita.

Questi risultati mostrano come le persone, di fronte a ipotesi incerte, possano agire confondendo, senza accorgersene, i segni con le cause. I partecipanti all’esperimento di Tversky e Quattrone sapevano che era il tipo di cuore a causare la resistenza all’acqua fredda, e non viceversa. Era a tutti evidente come una singola immersione delle mani nell’acqua non potesse cambiare il tipo di cuore posseduto. E, ciononostante, le persone ingannavano inconsapevolmente sé stesse. Perché l’inganno funzionasse bisognava scambiare dei segni per cause. Solo grazie a questa confusione si giustifica infatti l’immersione delle mani nell’acqua per un periodo significativamente più lungo (o più corto) nel corso della seconda prova. Tale confusione permette infatti di dimostrare a sé stessi che il proprio cuore è forte e, quindi, si ha un’aspettativa di vita più lunga.

Questi comportamenti evidenziano una confusione cognitiva tra segni e cause in un contesto dove è evidente che il tempo di immersione può essere soltanto il segno di un buon apparato cardiaco. Eppure, se «vogliamo» credere di avere un cuore forte, cercheremo di dimostrarlo a noi stessi, prima che agli altri. Riusciremo così a convincerci che forse è probabile quello che si desidera essere vero.

Trasportiamo il tutto nell’ambito della costruzione della felicità. Se riusciamo a convincerci che la felicità non dipende dai reali contesti di vita e da quello che obiettivamente è successo nelle nostre biografie, ma da un certo modo di descriverle, interpretarle e spiegarle allora il cerchio si chiude. Uno stile di lettura delle cose determina una visione ottimistica e questa, a sua volta, è fonte di felicità.



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