Marguerite è stata qui by Eugenio Murrali

Marguerite è stata qui by Eugenio Murrali

autore:Eugenio Murrali [Murrali, Eugenio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza


Michel René

Nel 1929, a Losanna, nella clinica del dottor Roux, Michel, in un breve momento di coscienza, libera gli ultimi pensieri prima di morire.

Ho camminato sulla vita con passo leggero, ho conosciuto poche pause, forse nessuna. L’atleta che si ferma avverte piú grave il peso dell’immobilità, l’uomo che ha vissuto sente piú intensamente il sapore della morte.

«La Morte, terribile, sfrenata, avanzava a grandi passi» e riusciva a tirare fuori tutti da quello che Comenio, da me tradotto un tempo, definiva il Labirinto del mondo. A quest’ora sul lago si allungano i raggi del sole, che si abbassa insieme alla voce di Losanna. Questa luce calma mi dà pace. Vorrei alzarmi dal letto, guardare le cime delle Alpi innevate avvolte dall’aura dei riflessi caldi, ma le gambe sono pesanti, l’equilibrio stanco. C’è chi pensa che un uomo d’azione non possa essere un uomo di pensiero. Si sbaglia. Un uomo d’azione costretto all’inazione pensa piú di un filosofo.

Questa mattina è passato il dottore, mi ha visitato con uno sguardo serio dietro i suoi occhiali ovali, poi mi pare di ricordare che per distrarmi si sia messo a scherzare sui miei baffi, ha detto che sono piú belli dei suoi. E sotto i baffi credo di aver sorriso, per quella sua gentilezza di uomo timido, consapevole, eppure quasi imbarazzato di non poter frenare la morte. Ho un tumore alla gola, ma per fortuna mi rimangono poche cose da dire e quasi nessuno con cui parlare.

Christine mi ha assistito con devozione. Alle sue attenzioni si sono unite quelle di Marguerite che due anni fa ha ragionato con me sull’opportunità di sposare questa donna, perché la dedizione e la gratitudine sono due sottospecie compatibili dell’amore.

Ho detto a Marguerite che non voglio chiamare Michel Joseph per estremi saluti. Durante l’ultima visita con la moglie Solange, certamente caldeggiata dalla candida Christine, è andato tutto bene. Ciò significa, in realtà, che non ci sono stati drammi o scene, al di là del sottofondo di rancore che mi porta e dell’idea, sbagliata, che questa sorellastra, nata come lui negli agi e ora costretta a sacrifici per curare un padre impoverito, sia stata misteriosamente favorita da me. Quel che mi dispiace e che un giorno forse, per la sua profondità, dispiacerà anche a Marguerite, è di guardare con freddezza il distacco da qualcuno che, probabilmente, se me lo avesse permesso, avrei voluto amare.

Ora che l’uscita dal labirinto si avvicina, non mi interessano i bilanci, le sfilate dei volti che hanno contato davvero, pochi tra i morti e ancor meno tra i vivi. Me ne vado con una sola nostalgia.

Marguerite è stata, per me che non credo nell’amicizia, una compagna di gioco. So di averla fatta sorridere ogni volta che viaggiavamo e dopo qualche mio colpo eccentrico le ripetevo: «Non fa niente. Chi se ne importa. Non siamo di qui. Domani ce ne andiamo». Insieme abbiamo percorso libri e strade. Lo scorso anno ci siamo divertiti a giocare con le nostre identità, quando ho riesumato un mio vecchio inizio di romanzo,



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