La leggenda del Vampa (1995) by Giuseppe Alessandri

La leggenda del Vampa (1995) by Giuseppe Alessandri

autore:Giuseppe Alessandri [Alessandri, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Mostro di Firenze
editore: Loggia de’ Lanzi


Vicchio: nasce la Squadra Anti Mostro

Poco dopo le 23 di domenica 29 luglio 1984 la madre di un giovane di Vicchio, non vedendo rientrare il figlio, incominciò a preoccuparsi: mai infatti il ragazzo aveva tardato a rincasare oltre questa ora. La donna avvisò allora del fatto gli amici del figlio, i quali cominciarono immediatamente delle ricerche.

Poco dopo le due – e dopo che molta altra gente del paese si era mobilitata – uno di loro, Piero Becherini, lo rinvenne cadavere nel luogo – “La Boschetta” – ove il giovane era solito appartarsi con la sua ragazza. Furono avvisati i carabinieri, e giunse nella notte, preceduto dal capitano Emanuele Sticchi, comandante la Compagnia di Pontassieve, e dall’ispettore Autorino, tutto il pool degli investigatori fiorentini, guidato stavolta dai magistrati Carlo Bellitto e Paolo Canessa.

La scena che si presentò agli inquirenti fu questa. All’estremità di un tratturo lungo un centinaio di metri che si dipartiva dalla via Sagginalese a monte della stessa, era parcheggiata una Panda azzurra con il frontale rivolto a valle (dunque pronta a ripartire). L’auto era ferma, come in gabbia, nel punto esatto in cui quella stradina terminava ai piedi di un dirupo, avvolta da una folta macchia su ogni lato (tranne che su quello anteriore), tanto che gli sportelli a malapena si potevano aprire.

Sul sedile posteriore si trovava, poggiato sul fianco sinistro e raggomitolato come in posizione fetale, il cadavere del giovane, che aveva indosso, intrisi di sangue, un paio di slip, una maglietta e – meno cruentati – un paio di calzini. Il finestrino anteriore destro era frantumato, e quattro bossoli calibro 22 Long Rifle Winchester serie H si trovavano all’interno dell’auto, mentre un altro identico era fuori ad una trentina di centimetri dalla macchina sulla sua destra, quasi in corrispondenza del parafango della ruota anteriore. Dentro l’auto, nascosta sotto il sedile, fu trovata, intatta, una borsetta da donna. Non vennero rinvenute impronte digitali.

Proprio di fianco allo sportello anteriore destro un piccolo sentiero in leggera discesa, della larghezza di mezzo metro e della lunghezza di sette metri, conduceva, attraversando i folti cespugli e oltrepassando un pilone della corrente, ad un campo di erba medica; al termine del viottolino si trovava, appena al di là delle siepi, adagiato sull’erba in mezzo ai fiori e alle foglie, il cadavere della ragazza. In posizione supina, aveva la testa rotata a sinistra, il braccio destro disteso come fosse crocifissa e la mano che stringeva il reggiseno, le calze e la camicetta intrise di sangue; il braccio sinistro era invece piegato, con il pugno stretto sopra la testa. Le gambe erano divaricate; il pube e la mammella sinistra risultavano completamente asportati.

Il Mostro aveva massacrato due giovani fidanzati di Vicchio: Claudio Stefanacci, di ventidue anni, e Pia Rontini, diciotto anni appena compiuti, a farne la vittima più giovane del maniaco, poco più che una bambina. Diciotto anni come Stefania Pettini, la ragazza trucidata dieci anni prima in mezzo agli oppi di quel campo un po’ più a monte della Sieve: e la posizione in



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