Delitti by Vittorino Andreoli

Delitti by Vittorino Andreoli

autore:Vittorino Andreoli [Andreoli, Vittorino]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


La vita

Luigi nasce a Narni il 27 maggio 1968. La madre, nubile, non lo ha riconosciuto all’atto della nascita, perché voleva mantenere il segreto nei confronti dei familiari. Luigi, che all’epoca si chiamava Antonio Rossi, rimarrà nel brefotrofio di Narni fino a quando, all’età di sei anni, verrà adottato dai coniugi Chiatti. La madre naturale lo viene a trovare ogni volta che ha un giorno libero, ma non si ritiene sufficientemente matura per assumerne direttamente la responsabilità. Dopo breve tempo le visite si fanno più rade, la donna dà anche l’impressione di indifferenza e noncuranza nei confronti del figlio, assume sempre più un atteggiamento freddo e distaccato. L’ultima visita risale al marzo 1972. Antonio aveva quattro anni.

Il bambino inizia a manifestare un comportamento aggressivo e ribelle, in particolare verso le figure femminili. Risente negativamente della mancanza della figura materna, della carenza affettiva e delle frustrazioni vissute neiristituto, e si nota già la sua tendenza a isolarsi. Viene ritenuto utile e urgente il suo inserimento in una nuova famiglia, che dovrà dare la massima disponibilità affettiva, con molta dolcezza e pazienza. Non lo dovrà isolare, ma anzi dovrà curare il suo rapporto con i coetanei per non staccarlo troppo dal sistema di vita cui è abituato ed evitare che regredisca a stadi primitivi.

Il 24 marzo 1974 Luigi viene affidato ai coniugi Chiatti, e il 13 giugno 1975 viene decretata l’adozione. Antonio Rossi diventa quel giorno Luigi Chiatti. Del periodo da zero a sei anni il giovane dice di non ricordarsi nulla. Gli è stato chiesto se frequentasse la scuola in orfanotrofio. «Non lo so», risponde, «mi avranno fatto fare l’asilo, ma non lo so.» È in grado di ricordare la sua storia dal momento dell’adozione, i giochi con i compagni, il regalo a Natale della bicicletta, la «Città della domenica», il parco in cui veniva spesso accompagnato nel pomeriggio. Ricorda anche: «Da piccolo ero un po’ aggressivo, facevo i capricci, mi buttavo per terra senza motivo». Luigi riconosce che ciò avveniva soprattutto in casa, mentre fuori si comportava sempre bene. Alle elementari era molto vivace. A scuola andava volentieri, c’era un’insegnante con cui aveva un rapporto d’amicizia, che andava a trovare spesso perché abitava vicino a lui.

Di questo periodo ricorda un episodio, che lui ritiene abbia avuto molta influenza sul suo carattere. «Era un giorno di scuola normale, la mia insegnante, che era anche mia amica perché abitava vicino a me e io spesso la andavo a trovare, entrò in classe e mi sgridò dicendo che a casa io picchiavo mia nonna. Disse che non l’avrei dovuto più fare. Non ho saputo ribattere e sono rimasto tutto il giorno in silenzio, anche a casa piangevo, non tolleravo che avessero confessato a lei quel mio comportamento. Da allora ho cominciato a chiudermi, mi sentivo etichettato come il cattivo, ma non ero cattivo. Sentivo come una resistenza nell’entrare in quella casa, ce l’avevo con l’ambiente, con il luogo in cui mi trovavo, non con i miei, dicevo parolacce, forse davo dei calci. Avevo nove anni.



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