Eva by Paolo Zardi

Eva by Paolo Zardi

autore:Paolo Zardi
La lingua: ita
Format: epub
editore: Kobo Originals


Sara

Sara era rimasta incinta nel modo più classico e stupido: il preservativo, tirato fuori dalla confezione, si era lacerato, permettendo così al seme del suo compagno di raggiungere la tuba di Falloppio. Là dentro uno spermatozoo aveva raggiunto l'ovulo e ne aveva perforato la parete, dando così inizio alla mitosi di una nuova cellula. Erano bastati pochi minuti per definire il progetto di un nuovo individuo: lei aveva messo ventitré cromosomi, lui gli altri ventitré, e quindi era iniziata la lotta tra geni dominanti e geni recessivi. In palio, c'erano i contorni degli organi interni, le circonvoluzioni del cervello, il colore degli occhi, il grado di propensione alla depressione e al gioco d'azzardo, la base di partenza sulla quale costruire i futuri gusti sessuali, la lunghezza dell'alluce rispetto al secondo dito dei piedi, i talenti, i denti e la mandibola, il tono della voce, il sesso. Il viso.

Il suo compagno, Edoardo, si era mostrato molto sereno, come fosse ingenuamente convinto che la procreazione richiedesse una volontà consapevole, assente nel momento di quel preciso orgasmo. Mesi prima, mentre erano in vacanza a Corfù, avevano parlato della possibilità di avere figli, e sebbene a lui non sarebbe dispiaciuto averne uno, perché aveva trentacinque anni, e conservava bei ricordi della propria infanzia, il no categorico di Sara aveva reso inutile qualsiasi ulteriore considerazione.

Ma lei era preoccupata. Quando si era resa conto di quello che era successo, aveva subito calcolato quanti giorni erano passati dall'ultima mestruazione, usando come punto di riferimento la domenica in cui era andata in una piscina termale con la sorella di Edoardo, e il marito di lei, un uomo dall’aspetto cellofanato. Nello spogliatoio, mentre si metteva il costume, si era accorta, con un certo disappunto, che le erano appena venute: il biglietto di ingresso era costato sedici euro, e non aveva nessun Tampax a portata di mano. Aveva così passato il pomeriggio distesa su una sdraio di plastica bianca, a bordo vasca, leggendo il noir svedese che il marito della sorella di Edoardo aveva portato con sé, o buttando occhiate annoiate e un po' risentite verso la piscina. Da quella noiosissima giornata erano passati quattordici giorni. Era successo a metà del ciclo. E poiché lo avevano fatto in macchina – un'idea del suo compagno, che riteneva fosse molto vintage farlo in una stradina male illuminata quando entrambi avevano un appartamento libero a disposizione – non aveva neppure potuto infilarsi in doccia e pulirsi: lo sperma era rimasto almeno un'ora dentro di lei, facendo tutto quello che la natura prevedeva facesse.

Tre settimane dopo, nei bagni del Tribunale di Venezia dove stava lavorando per un servizio giornalistico (un caso di contaminazioni da inquinamento nella laguna veneta), Sara urinò su un tester per la gravidanza che aveva comprato alla Conad. Le tremavano le mani, e le sembrava che lo stomaco pesasse una tonnellata. Nel gabinetto accanto, una donna che aveva intravisto entrando – tailleur, chignon, orecchini di perla, borsetta Louis Vuitton – continuava a tirare l'acqua per coprire i rumori di un'evacuazione piuttosto esplosiva.



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