Di ghiaccio e d'oro (I Romanzi Classic) by Angela White

Di ghiaccio e d'oro (I Romanzi Classic) by Angela White

autore:Angela White [White, Angela]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852029233
Google: j0fbnOS0cA0C
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2012-09-24T22:00:00+00:00


14

Il sole mattutino filtrava dalla ricca vetrata che tanto aveva impressionato Arabelle quando, il giorno prima, era entrata nella camera di Rosalyn. Le erano sembrate le stanze di una principessa, dal legno pregiato che ricopriva il pavimento al letto di piume dove insieme avevano trascorso la notte, dormendo poco e scambiandosi confidenze.

Le ore insonni, tuttavia, non avevano toccato la bellezza di Rosalyn e il riflesso del magnifico specchio ovale restituiva l’immagine di una sposa radiosa. Raccolte le cocche dorate del ricco abito in velluto, Rosalyn eseguì una giravolta allegra, suscitando i benevoli rimproveri delle fantesche che le avevano arricciato con tanta cura i lunghi capelli ramati. Sembrava una fata d’autunno.

— Il cuore mi batte così forte che lo sentiranno tutti! — esclamò, tormentandosi nervosamente le mani.

Arabelle rise, dandole un buffetto sulle guance.

— Impossibile. Saranno troppo impegnati ad ammirarti — la rassicurò, ottenendo in risposta una risatina.

— Ammireranno anche te, Belle. Guardati, sei una vera principessa — le disse Rosalyn, scostandosi di un passo per farle spazio davanti allo specchio.

Arabelle faticò a riconoscere la giovane dama che la guardava dalla superficie lucente. L’abito che l’amica aveva scelto per lei era un bliaut in raso di un azzurro tenue. Piccoli fiordalisi erano ricamati in filo d’argento lungo la scollatura e nei bordi delle ampie maniche. Da terra fino alla vita, la veste si chiudeva in un fluente drappeggio, per poi aderire al busto in un modo che la indusse ad arrossire. Provò quasi nostalgia della sua tonaca grigia e si posò le mani sul petto, che l’abito lasciava generosamente scoperto.

Dell’aspetto che le era familiare era rimasto soltanto il cordoncino che le cingeva il collo, scomparendo nella scollatura fin sotto la chemise. Vi era appeso il sacchetto che Delyth le aveva lasciato come dono d’addio e da cui Arabelle, senza una ragione, non era ancora riuscita a separarsi.

Le dita sottili di Rosalyn le presero una ciocca di capelli all’altezza delle tempie, cominciando a intrecciarla con un bel nastro turchese.

— Cosa fai, Lynny? Dovrei essere io a occuparmi di te.

L’amica scosse il capo, assicurando la treccia per quindi realizzarne un’altra in perfetta simmetria.

— Ti sei sempre occupata di me, Belle. Avevo tanta paura quando sono arrivata a St Mary on the Lake, ma tu hai tagliato di nuovo i tuoi capelli per tranquillizzarmi. Ogni volta che sono stata male, mi stringevi la mano e non mi lasciavi mai. Mi hai sempre ascoltata e aiutata — ricordò Rosalyn con voce sommessa e una lacrima le imperlò le lunghe ciglia.

Arabelle non riuscì a rispondere, ripensando a propria volta a tutti i momenti che le parole dell’amica avevano evocato. Nell’incontrare il suo sguardo, Rosalyn mosse le mani per aria, affrettandosi a sbattere le palpebre.

— No, no! Se adesso ci mettiamo a piangere avremo delle facce orribili, e sono sicura che lady Sarah ne approfitterà per rimproverarmi.

Arabelle scoppiò a ridere al sospiro tragico dell’amica, e anche Rosalyn sorrise, arricciando il suo nasino in un’espressione buffissima.

— Andiamo, il tuo sposo attende — la spronò Arabelle prendendola per mano. Era il gran giorno di Rosalyn, e sentiva che lo avrebbe ricordato per sempre.



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