L'Impero del Sole by J. G. Ballard

L'Impero del Sole by J. G. Ballard

autore:J. G. Ballard
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Autobiografia, Narrativa Straniera
ISBN: 9788858818541
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2006-05-17T22:00:00+00:00


21.

L'incursione aerea

Durante il tragitto verso l'ospedale, Jim si fermò per fare i compiti nello scheletro dell'aula magna. Dalla balconata dell'emiciclo superiore poteva non solo tenere d'occhio le trappole per fagiani oltre il reticolato, ma anche aggiornarsi sulle attività in corso nel campo d'aviazione di Lunghua. La scala che portava all'emiciclo era parzialmente ostruita da calcinacci caduti dal soffitto, ma lui s'infilò in 1 stretto crepaccio reso liscio dal passaggio dei bambini del campo, e, giunto in cima, prese posto sulla gradinata di cemento che costituiva la fila anteriore della balconata. Il Kennedy sulle ginocchia alzate, fece un pasto tranquillo della seconda patata. Sotto di lui, l'arco di proscenio dell'aula era stato ridotto dalle bombe a un ammasso di macerie e travi d'acciaio, ma il paesaggio così esposto somigliava per molti aspetti a una veduta panoramica da schermo cinematografico. A nord c'erano le case d'appartamenti della Concessione francese, le facciate riflesse dalle risaie allagate; a destra, emergendo dal sobborgo shanghaiano di Nantao, il fiume Whangpoo, che piegava il suo immenso corso attraverso la campagna abbandonata.

Di fronte, il campo d'aviazione di Lunghua, la cui pista di cemento attraversava diagonalmente la superficie erbosa fino ai piedi della pagoda. Dal suo punto d'osservazione, Jim poteva vedere le canne dei cannoni antiaerei montati sugli antichi tetti di pietra, così come i potenti fari d'atterraggio e le antenne radio sul tetto superiore di tegole. Sotto la pagoda c'erano le aviorimesse e le officine di riparazione, ciascuna protetta da piazzuole di sacchetti di sabbia.

Nell'area di stazionamento si vedeva ciò che restava della già invincibile aereobrigata di base a Lunghua: qualche ricognitore vecchiotto e qualche bombardiere convertito.

Attorno ai margini del campo, nell'erba folta a lato della strada perimetrale, giacevano le carcasse di quella che a Jim pareva essere l'intera Aviazione giapponese. Gruppi di aerei arrugginiti pesavano fra gli alberi sui carrelli sgonfi, o giacevano fra i banchi di ortiche nei punti in cui erano slittati dopo gli atterraggi di pancia con gli equipaggi feriti. Per mesi, s'erano visti apparecchi giapponesi mutilati piombare dal cielo sul cimitero del campo d'aviazione, quasi che, in alto in alto, sopra le nubi, fosse in corso una battaglia aerea di titani. Squadre di mercanti cinesi di rottami erano già al lavoro fra i relitti. Con la loro instancabile capacità di trasformare una serie di rottami in un'altra, costoro spogliavano le ali delle coperture metalliche e recuperavano pneumatici e serbatoi. Nel giro di qualche giorno, tutta quella roba sarebbe stata in vendita a Shanghai, trasformata in pannelli di copertura, cisterne e sandali dalla suola di gomma. Se le operazioni di recupero avvenissero con l'autorizzazione del comandante giapponese della base, Jim non aveva mai potuto decidere. Ogni poche ore si vedeva uscire un camion con un plotone di soldati, e veniva scacciato qualche cinese. Mentre i cinesi scappavano fra le risaie allagate a ovest del campo d'aviazione, i giapponesi scagliavano dalle loro carrette pneumatici e lastre metalliche. Ma quando i cinesi tornavano, come sempre, al lavoro, i serventi giapponesi dei pezzi antiaerei disposti nelle piazzuole di sacchetti di sabbia lungo la strada perimetrale, li ignoravano.



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