Urania 1460 - Diaspora by Greg Egan

Urania 1460 - Diaspora by Greg Egan

autore:Greg Egan [Egan, Greg]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2015-09-19T22:00:00+00:00


9

Gradi di libertà

POLIS DI CARTER-ZIMMERMAN, SPAZIO INTERSTELLARE

58 315 855 965 866 TSC

21 MARZO 4082, 8:06:03, 020 TU

Bianca si sentiva in obbligo di visitare la Chiglia almeno una volta l’anno. Tutti sapevano, su Carter-Zimmerman, che aveva deciso di vivere una parte del tempo soggettivo, durante il viaggio per Fomalhaut, nonostante la decisione di Gabriel di rimanere congelato per tutta la durata, e per comportarsi così c’era un solo motivo accettabile.

— Bianca! Sei sveglia! — Enif l’aveva già vista e ora saltava verso di lei, a quatto zampe, lungo la ceramica segnata dall’impatto delle micrometeoriti, muovendosi con la sicurezza di sempre. Alnath e Merak lo seguirono, a un’andatura più prudente. Molti degli Osvald usavano programmi di incarnazione che simulavano ipotetici carnei adattati al vuoto, coperti di pelle a tenuta d’aria, termicamente isolata, con comunicazione agli infrarossi, palme e piante dei piedi adesive, e riparazione simulata di danni da radiazione simulati. Il progetto era perfettamente funzionante, ma dato che ciascun clone della polis di Carter-Zimmerman inviato nello spazio era poco più grande di uno di quei Cuccioli Spaziali, avere a bordo gli esemplari reali era impossibile. La Chiglia era solo una finzione plausibile, uno spazio sintetico che univa il cielo reale a un’immaginaria nave spaziale lunga centinaia di metri e migliaia di volte più pesante della polis: sarebbe potuta essere reale solo se avessero rimandato la Diaspora di qualche millennio, ossia il tempo occorrente per fabbricare l’anti-idrogeno necessario come combustibile.

Enif per poco non si scontrò con lei: si spostò di lato appena in tempo, mantenendo a malapena la presa. Gli piaceva esibire l’agilità dei suoi movimenti sulla chiglia, ma Bianca si chiese che cosa avrebbero fatto i suoi compagni se avesse sbagliato a calcolare l’adesione e fosse finito nello spazio. Avrebbero violato le leggi della fisica che simulavano con tanta attenzione e lo avrebbero fatto magicamente ritornare sulla chiglia o avrebbero organizzato una rapida missione di salvataggio?

— Sei sveglia! Esattamente dopo un anno!

— Proprio così. Ho deciso di divenire il vostro equinozio di primavera, per mantenervi in contatto con i ritmi della madrepatria.

Bianca non era riuscita a farne a meno; da quando aveva scoperto che l’outlook degli Osvald li spingeva a rallegrarsi di ogni vecchia chiacchiera astronomica di quel genere come se fosse un’osservazione di incommensurabile profondità, aveva continuato a fare pressione su di loro, alla ricerca di qualche superstite senso dell’ironia che potesse essere sopravvissuto al loro perfetto adattamento alle rigidità mentali del viaggio interstellare.

Enif sospirò con grande gioia. — Sarai l’alba del nostro sole nero che sorge, una nostalgica immagine postuma sulla nostra retina collettiva!

Gli altri li avevano raggiunti e tra tutt’e tre si misero a discutere con animazione l’importanza di rimanere in sincronismo con gli antichi cicli della Terra.

Il fatto che fossero cittadini di quinta generazione, nati all’interno di Carter-Zimmerman, e che non fossero mai stati, sia pur minimamente, toccati dai cicli stagionali pareva non valere la pena di essere ricordato.

Quando la polis di Carter-Zimmerman era stata clonata mille volte e i suoi cloni lanciati verso mille diverse destinazioni, la



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