La Vendetta dei Nani by Markus Heitz

La Vendetta dei Nani by Markus Heitz

autore:Markus Heitz [Heitz, Markus]
La lingua: ita
Format: epub
editore: stevenlob
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Terra Nascosta, regno di Gauragar, fortezza di Kuhburg,

6241° ciclo solare, estate

Balba Magliodaroccia del clan dei Carezzapietra, della stirpe dei Secondi, si sentiva un po’ a disagio in mezzo a quella quantità di umani. Trovava risibile la condizione imposta dalla regina Isika, e cioè che nessun nano rimanesse nelle mura della fortezza; senza la forza d’urto dei figli del Fabbro gli umani erano perduti, non aveva nessun dubbio al riguardo. Nonostante il risentimento che nutriva, eseguiva i suoi compiti in modo scrupoloso e, alla chiusura dei lavori, supervisionava col capomastro ogni singola pietra di Paland.

«Non è meravigliosa, questa fortezza?» chiese l’uomo, compiaciuto della vista.

«No, non lo è», rispose la nana, rovinando il compiacimento dell’altro. «Per me questa costruzione è brutta e priva di grazia. Sembra gettata senza amore nel paesaggio. Gli architetti hanno ponderato ogni cosa, ma nel farlo hanno completamente dimenticato la visione d’insieme.»

Quelle parole franche cancellarono il buon umore del capo-mastro. In quanto discendente di chi aveva costruito Paland, si sentiva offeso. «Voi nani pensate di saper fare sempre tutto meglio?»

«Non ho detto che noi l’avremmo fatta meglio.» Balba sapeva che il suo popolo l’avrebbe fatta davvero molto meglio, ma evitò di vantarsene con l’uomo. «Quello che qui manca è l’anima che vive in ogni costruzione dei nani. Gli uomini che hanno costruito Paland hanno plasmato la pietra senza badare alle venature e alla struttura. L’hanno violentata, anziché prestare ascolto al materiale e combinarlo in modo che duri più a lungo e che, col tempo, si unisca a formare una montagna artificiale. Questo è il motivo per cui i nostri edifici durano più dei vostri.» Balba, come tutti gli intagliatori dei nani, conosceva perfettamente le caratteristiche di ogni tipo di pietra, dal granito all’ardesia, dal basalto al marmo o all’arenaria. Mentre camminava scoprì prontamente, alla luce del sole al tramonto, un punto danneggiato. «Ehi, tu», gridò a uno degli operai che il re le aveva subordinato. Con l’indice puntò la chiave di volta dell’ingresso all’edificio principale. «Io avevo ordinato di farla cambiare.»

«Non c’era tempo, Balba. Dovevamo ancora…»

«Lo dirai a re Bruron quando l’arco tremerà al primo suono di fanfare e crollerà.» La nana posò le forti mani sui fianchi. Era un gesto che non ammetteva repliche.

Il capomastro venne in aiuto al suo sottoposto. «Cerco subito un po’ di uomini e mi metto al lavoro, Balba», disse abbassando gli occhi, in modo che non gli leggesse in faccia la sua silenziosa imprecazione. Si allontanò, felice di non dover ascoltare ancora i discorsi della nana.

Balba scosse la testa bruna e si risistemò il grembiule di cuoio. «Umani», mormorò piano rimettendosi in cammino.

Considerato il numero di cicli vissuti dalla fortezza e l’immensa trascuratezza trovata da lei e dagli scalpellini di re Bruron, i risultati dei lavori di risistemazione erano evidenti. Le mura esterne, alte venti passi, di quella fortezza a forma di stella erano state riparate e provviste di nuovi merli, più stabili. Era stato un lavoro magistrale sostituire le pietre vacillanti senza far crollare le pareti. All’inizio gli uomini non volevano



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