Nona la nona by Tamsyn Muir

Nona la nona by Tamsyn Muir

autore:Tamsyn Muir [Muir, Tamsyn]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-06-12T12:00:00+00:00


18

QUANDO TORNARONO NELL’AULA, Camilla si era allontanata dall’angolo e si era resa utile staccando tutta l’attrezzatura elettrica e impilando sedie. L’Angelo stava scrivendo qualcosa sulla lavagna. «Sto facendo l’inventario» rispose quando Nona glielo chiese. «Se dovessimo essere saccheggiati, non voglio che rovinino tutte le cose dei bambini cercando di trovare la roba. Salsa Piccante, puoi scendere nell’atrio e spegnere il generatore? So che sai come fare, ma non dimenticare di svuotarlo dopo.»

Nona si accinse ad accompagnare Salsa Piccante, dato che aveva un vivace interesse nel vedere in cosa consistesse svuotare il generatore, ma l’Angelo disse: «Nona, rimani un attimo».

Aveva in mano un pezzo di carta. Quando Salsa Piccante ebbe chiuso la porta dell’aula, Nona e Camilla si avvicinarono all’Angelo. Allora Camilla fece qualcosa di strano: inciampò. Sbandò in avanti su un pezzo sollevato del tappeto e andò a sbattere contro l’Angelo, poi cercò di raddrizzarsi mettendo le mani sui fianchi e sul davanti della donna, e si rialzò a fatica dicendo: «Spiacente… spiacente», lanciando un’occhiata fuori dalla finestra come se fosse in imbarazzo. Allora girò di nuovo la testa e sembrò più simile alla solita Camilla, mettendosi in piedi con una grazia tale come se non potesse nemmeno concepire di inciampare.

L’Angelo disse: «È stato proprio quel tipo di giornata, vero?».

«Sì» rispose Camilla.

L’Angelo stava giocherellando con il pezzo di carta. Disse: «Posso fare una domanda a Nona?».

«Lei non è obbligata a rispondere» replicò Camilla.

«Certo che no» disse l’Angelo.

Nona, che pensava di poter parlare per sé, intervenne: «Ci proverò, ma se mi volete interrogare sulla mappa, non penso che sarò molto brava. Voglio portarla a casa e guardarla lì».

L’Angelo le mostrò il pezzo di carta. Era di nuovo il suo disegno. Forse all’insegnante piaceva davvero. Nona era pronta a essere magnanima se l’Angelo voleva tenerlo. Supponeva di poterlo rifare a casa, se avesse voluto, e non si era nemmeno impegnata davvero.

L’Angelo disse: «Come l’hai disegnato?».

Sulle prime, quella domanda sconcertò Nona così tanto che non seppe cosa dire. L’Angelo fece scivolare un foglio di carta davanti a lei: erano gli scarabocchi che stava facendo, con la mente quasi del tutto altrove, appena prima che lei e Salsa Piccante fossero fuggite per andare alla trasmissione… e lei disse, assolutamente interdetta: «Con la mano?».

L’Angelo la incalzò bruscamente: «L’hai copiato da un’illustrazione?».

Nona guardò l’animale che aveva disegnato e pensò forse di aver capito. Disse: «No, l’ho inventato. Funziona, lo giuro. Vedete queste cose? Sono le sue orecchie» più o meno nello stesso tono con cui l’avrebbe spiegato a Kevin. «Questa cosa è il suo naso, e non la può vedere perché non l’ho disegnata, ma la bocca è qui sotto. Alla nascita di solito viveva in un fiume, ma poi faceva così freddo che doveva ingrandirsi. So che le gambe non possono ruotare, ma voi non pensate che sia stupido, vero?». Alzò lo sguardo su Camilla e sull’Angelo, poi aggiunse: «Sono nei guai?».

L’Angelo guardò Camilla, non Nona.

«Ho già visto immagini di questo animale» disse l’Angelo, in tono lento e misurato. «L’ho visto solo perché facevo parte di un’unità speciale quando andavo all’università.



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