Urania 1168 - Se le stelle fossero Dei by Gregory Benford;Gordon Eklund

Urania 1168 - Se le stelle fossero Dei by Gregory Benford;Gordon Eklund

autore:Gregory Benford;Gordon Eklund
La lingua: it
Format: mobi
Tags: Urania, fantascienza, narrativa
editore: bandinotto
pubblicato: 2012-06-15T07:47:15+00:00


3

Sprofondato nella poltrona, Bradley guardò attraverso l'ordinata, uniforme estensione del suo ufficio e attese che la porta si spalancasse. In un pugno serrava convulsamente i resti appallottolati del messaggio proveniente dalla Terra, che solo pochi istanti prima gli era stato cacciato nella mano. Era una dannata vergogna, pensò. Solo il giorno prima, all'ora di pranzo, aveva intravisto un certo grado di sincera umanità in Mara, che in precedenza non aveva creduto possedesse; negli ultimi tempi aveva preso a manifestarsi nei momenti e nei luoghi più inaspettati. E ora questo... il messaggio... avrebbe rovinato tutto. Sospirò debolmente fra sé. Li aveva fatti chiamare tutti e due. Nessun altro avrebbe voluto dirglielo.

Lo preoccupava che il messaggio non lo avesse turbato più profondamente, in un modo più personale, ma la Terra sembrava un posto così lontano che i suoi problemi ribollenti, l'odio e la paura reciproci, apparivano molto meno interessanti dei cristalli di Titano. Spesso credeva che probabilmente non avrebbe fatto ritorno; si aspettava di morire da qualche parte lassù. Lo avevano portato via dalla Tunisia ma aveva eretto un nuovo monastero lì accanto a Giove... quell'ufficio. È che non mi importa più di nulla? si chiese, stringendo il messaggio. Il mio cuore si è fatto gelido e incrostato con il passare dei decenni? O sono semplicemente diventato più avaro di sentimenti, che mi importa quanto prima, ma di meno cose?

Pensava che gliene importasse di Mara e di Corey, anche se non gli piacevano. Quei freak genetici. .. considerava la loro stessa esistenza un abominio. Un atteggiamento medioevale, forse, ma basato interamente sulla convinzione che la razza umana, nel complesso, non fosse facile da migliorare o da far progredire. Aveva passato gli ultimi cinquant'anni della propria vita cercando invano di attuare qualche miglioramento in un'anima solitaria (la sua) ed era molto lontano dalla certezza di aver avuto successo. Mara un progresso? Lui non la pensava così. L'intelligenza era una virtù la cui importanza si riduceva man mano che uno invecchiava. E Corey? Rabbrividì al solo pensiero. Tornò con la mente a una giovane donna che aveva conosciuto negli ultimi anni passati al monastero tunisino, Catherine McClair, una cristiana colta e devota, che in un pomeriggio calmo e silenzioso gli aveva confidato che il Messia era giunto sulla Terra.

Le aveva preso leggermente la mano nella sua, esultando per quella pelle morbida, liscia e rosea, non segnata dall'età. «Quale intendi?» Era stato al suo scherzo. «Ce ne sono diversi.»

«No, nessuno di quelli.» Le sue labbra erano dipinte di rosso, secondo un'antica moda; i suoi capelli, tirati all'indietro, mostravano un volto ovale. «Cristo era l'incarnazione di Dio. Io intendo l'incarnazione dell'uomo.»

«Dovrai spiegarmi cosa vuoi dire, Cassie.»

Lei non sudava mai, avvolta nei suoi abiti e sotto la cappa color oliva; il calore del deserto creava onde d'aria secca che salivano. «Dio ha creato l'uomo, non sei d'accordo?»

«A volte, sì.»

«Allora devi anche riconoscere che lo scopo più elevato dell'uomo dev'essere invertire il processo, creare Dio.»

«No.»

«E questo è stato fatto. Manipolando...»

«Non quei mostri, Cassie!» Le mani gli avevano tremato per lo shock e l'orrore; fino a un momento prima Bradley invidiava quella donna.



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