Ombre nere by Sandra Rizza & Giuseppe Lo Bianco

Ombre nere by Sandra Rizza & Giuseppe Lo Bianco

autore:Sandra Rizza & Giuseppe Lo Bianco [Rizza, Sandra & Bianco, Giuseppe Lo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Scienze Politiche, Commenti e Opinioni
ISBN: 9788858693469
Google: P2tZDwAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2018-05-14T22:00:00+00:00


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Gelli, i Nar e la strage di Bologna

Il pomeriggio del 13 settembre 1982 Licio Gelli entra nella hall del palazzo che ospita l’Union des Banques Suisse di Ginevra, accompagnato dal suo avvocato, Augusto Sinagra: è latitante da quasi un anno (dopo l’omicidio-suicidio di Calvi, avvenuto tre mesi prima), è in fuga per l’Europa, ha i capelli tinti di nero e due inediti baffi spioventi. Ma i due agenti della polizia elvetica, coordinati dall’Interpol e arrivati in banca un’ora prima, non si lasciano ingannare e lo riconoscono immediatamente: quel giorno finisce la latitanza del Venerabile burattinaio dei misteri italiani e inizia un nuovo giallo che oggi, a distanza di trentasei anni, connette potenzialmente in un unico scenario investigativo la strage di Bologna e il delitto Mattarella nell’inchiesta recentemente riaperta dalla Procura generale di Bologna.

Dalle tasche di Gelli quel pomeriggio salta fuori un appunto manoscritto su un foglio di carta, gelosamente ripiegato: in testa c’è segnato il nome «Bologna», accompagnato dal numero del conto corrente «525779 x.s.» di una banca svizzera, e da alcune abbreviazioni «Dif Mi e Difes Roma». Di seguito, compaiono una serie di cifre per quasi 14 milioni di dollari, movimenti bancari compiuti tra il 3 settembre 1980 e il 12 febbraio 1981, e altre annotazioni. Letto in «combinato disposto» con un altro appunto, trovato l’anno dopo a Castiglion Fibocchi, a casa di Gelli, che annota: «Consegnato contanti a M.C 5.000.000 – 1.000.000 relativo al 20% dal 20-7-80 al 30-7-80», quel foglio può aprire scenari investigativi inediti sulla strage della stazione. L’ipotesi è che il Venerabile abbia finanziato direttamente il terrorismo di destra, in particolare il gruppo Ordine nuovo di Carlo Maria Maggi1 e Maurizio Tramonte2 (condannati per la strage di piazza della Loggia a Brescia) e, attraverso la loro mediazione, i Nar di Fioravanti. Sapere se quel foglio a quadretti spiegazzato conteneva i codici cifrati dei destinatari dei finanziamenti eversivi che hanno alimentato per decenni la strategia della tensione, in quel 1982, epoca del ritrovamento, interessò a pochi: le autorità elvetiche trasmisero il foglio ai giudici milanesi del Banco ambrosiano solo nel luglio del 1986, e tre mesi dopo lo richiese anche il capo dell’ufficio istruzione di Roma. Copia del documento finì anche a Brescia, dove era aperto un filone d’inchiesta a carico dei giudici milanesi ai quali Gelli, nel maggio del 1988, aveva detto di non ricordare nulla di quelle cifre e di quei nomi. In quel periodo il Venerabile è imputato per la strage di Bologna, ma nessuno trasmette quel documento ai giudici felsinei.3

Lo trovano tre anni fa i familiari delle vittime di Bologna tra le carte del Banco ambrosiano, dove ha subito una singolare manipolazione: dalla versione allegata all’interrogatorio del maggio del 1988 è scomparso il fondo quadrettato e, soprattutto, il riferimento «Bologna».4 Ecco perché i giudici milanesi non avevano potuto chiedere al Venerabile quelle spiegazioni che oggi Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione 2 agosto 1980, dopo avere consegnato il foglio a Palazzo di Giustizia, allegato a una corposa memoria che ricostruisce il puzzle dell’eversione piduista,5



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