Il naturalista a quattro zampe by Gerald Durrell

Il naturalista a quattro zampe by Gerald Durrell

autore:Gerald Durrell [Durrell, Gerald]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2022-04-20T22:00:00+00:00


FILMATO 7

Dopo aver raccolto animali in ogni parte del mondo, io continuo a stupirmi di quanta ricchezza e varietà di vita naturale si possa trovare in una comunissima siepe della campagna inglese.

Da oltre un millennio, il bestiame e le messi dei campi inglesi sono custoditi da fitti filari di siepi. I sassoni, quando invasero la Britannia, si diedero ad abbattere la foresta, o selva, com’era chiamata, per creare radure per il pascolo e la semina; e per delimitare queste radure, e impedire che il bestiame si sperdesse, nacque la siepe. I sassoni non tardarono a scoprire che la pianta ideale per costruire le siepi era il biancospino. Facile da propagare per capogatto o per talea, il biancospino fioriva rapidamente in una siepe spessa, impenetrabile, irta di spine: un frangivento perfetto, e per gli animali selvatici una mini-foresta che sostituiva le grandi foreste abbattute. Si calcola che la campagna inglese fosse intersecata da una scacchiera di siepi che si sviluppavano per la bellezza di ottocentomila chilometri. Oltre a custodire le colture e il bestiame, e a dare asilo agli animali selvatici, le siepi erano per l’uomo del Medioevo una vera e propria bottega di speziale, fornendogli molte piante con cui curare ogni sorta di infermità, dal mal di testa all’ernia, e altre piante con cui difendersi dalle stregonerie, assai in voga a quei tempi. La leggiadra stellaria, bianca come un fiocco di neve, era usata per curare i dolori lombari; le fresche foglie carnose della romice lenivano le punture, specie quelle di ortica; per sanare un taglio o una ferita, la pianta da cercare era la brunella; e la bella argentina era il rimedio per le ulcerazioni alla bocca o in parti più intime e dolenti. L’uomo medioevale trattava le siepi con rispetto, perché erano la dimora di elfi, fate e altri spiritelli. Nelle siepi si annidavano forze magiche malefiche (chi coglieva il crescione dei prati sarebbe stato morso da una vipera, e cogliendo un’innocente veronica si scatenava un temporale, o peggio ancora piombava giù un uccello e ti cavava gli occhi col becco), e anche benefiche. Strofinando le poppe della mucca con i ranuncoli si aumentava la produzione di latte, e le ortiche appese nella stalla impedivano alle streghe di farlo cagliare.

Un tempo le siepi erano considerate di importanza vitale e curate diligentemente, con beneficio dell’uomo e degli animali selvatici. Oggi, però, gli agricoltori le considerano un impaccio, e così questi antichi e preziosi santuari vengono rasi al suolo per far posto a distese di terra sempre più vaste, esposte all’azione erosiva del vento e della pioggia. Noi volevamo mostrare in un filmato una di queste antiche siepi superstiti, e cogliere qualcosa della sua bellezza e importanza. Fra non molto le siepi saranno solo un ricordo, e una parte bella e importante del nostro retaggio sarà svanita. Perciò noi volevamo esplorare e mostrare un pezzetto di campagna inglese quale era stata per millenni. Decidemmo di usare tre mezzi di trasporto arcaici o semiarcaici. Jonathan aveva scoperto nel Sussex una magnifica



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