Altre storie, altri mondi - Parte 2 (Urania) by AA.VV

Altre storie, altri mondi - Parte 2 (Urania) by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-02-08T12:00:00+00:00


Clicco su “Sì” e comincio a vagliare più attentamente la lista della spesa. Ci sono alcune cose, come il latte condensato, dolcificato e parzialmente scremato, lo zucchero e il cardamomo in polvere, che posso trovare in un normale negozio di alimentari, ma per il burro ghee e il chanay ki daal Desi dovrò pagare un sovrapprezzo nel negozio hippy di cibi organici al pianterreno o andare in un alimentari Desi in periferia. Un giro in macchina mi aiuterebbe a far passare un po’ il tempo, quindi scelgo l’alimentari Desi.

Al mio ritorno dispongo tutti gli ingredienti in ordine alfabetico sul piano della cucina di marmo grigio per il resto vuoto, poi vado a letto. Meena si attiverà alle sei del mattino e non voglio mettere alla prova la politica di tolleranza zero per i ritardi da parte degli AirBody, così come non voglio una recensione piena di lamentele riguardo all’odore corporeo e all’alito mattutino.

La sveglia suona alle cinque, ma la fermo parecchie volte, entrando e uscendo da un vivido sogno in cui viaggio sul dorso di una tartaruga marina, solo che non sono nell’acqua. Penso che forse sto fluttuando nel cielo, ma intorno ci sono creature decisamente marine che ci salutano nel passarci accanto. Provo amore per la tartaruga e mi chino a baciare la sua rugosa guancia verde quando il trillo della sveglia riesce finalmente a destarmi. Strano, ma del resto tutti i miei sogni sono strani da quando ho cominciato a “fare l’ospite” nei weekend, qualche mese fa.

Alle 5.58 a.m. sono asciutto, vestito e in una certa misura nutrito – per alcuni un biscotto è una colazione. Sono in piedi davanti allo specchio e mi sto applicando la cuffia da AirBody dietro le orecchie. Si accende con un ronzio automatico… in realtà non ronza, ma immagino che quello sia il suono microscopico che emette mentre la luce viola comincia a pulsare. «Salve, Arsalan. Il tuo ospite AirBody è nell’area di attesa. Sei pronto?»

«Sì, sono pronto» rispondo, cercando di apparire allegro anche se sono dannatamente nervoso per ciò che accadrà. È la sesta volta che faccio da ospite e finora è stata una buona distrazione per superare i weekend. Per la maggior parte gli altri ospiti sono stati uomini, in genere qui per qualche riunione di affari alla World Bank o per fare un giro dei monumenti e dei musei con i nipoti. L’unica altra donna che ho ospitato era una lobbista di un’impresa mineraria attiva su un asteroide, la quale non riteneva che per un incontro di un’ora con un membro del Congresso valesse la pena di lasciare l’orbita.

Gli arti mi formicolano mentre si intorpidiscono, per un secondo mi sento pesante, come se non fossi in grado di reggere il mio peso e stessi per cadere. Cosa che faccio, in un certo senso, anche se non fisicamente. È più come addormentarsi e scivolare in un sogno che è talmente sensato da risultare noioso. Immagino sia per questo che l’AirBody permette all’ospite di mandare in streaming alla UI neurale contenuti e giochi mentre il soggetto ospitato diventa corporeo.



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