Universi in guerra (Embers of War) (Italian Edition) by Gareth L. Powell

Universi in guerra (Embers of War) (Italian Edition) by Gareth L. Powell

autore:Gareth L. Powell [Powell, Gareth L.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2021-07-21T22:00:00+00:00


19

Sal Konstanz

Quando ero entrata a far parte della Squadra di Recupero l’avevo fatto col sincero desiderio di rendere l’universo un posto migliore. La Guerra dell’Arcipelago aveva lasciato dietro di sé recriminazioni e dolore di cui erano responsabili entrambe le parti. Avevo trascorso intere notti sveglia, a piangere lacrime impotenti, sopraffatta dall’enormità di quello che era stato, straziata internamente da una rabbia inutile e patologica. Erano state perpetrate orribili violenze in nostro nome, e non sarebbe stato possibile cancellarle. E, con l’eccezione di pochi capri espiatori, i veri responsabili non avrebbero mai pagato per aver trascinato con le loro decisioni la Moltitudine Umana nel peggiore e più sanguinoso dei conflitti civili mai esistiti. Avevo visto gli amici divorati dalla rabbia e dall’amarezza. Le migliori menti della mia generazione consumate dalla pazzia. Si insultavano l’un l’altro sui canali di comunicazione, servendosi delle citazioni delle poesie di Ona Sudak per esprimere la loro furia esistenziale contro l’ingiustizia del tutto. E per un po’ anch’io ero stata una di loro. Non sapevo cos’altro fare. All’indomani di una tale follia omicida, sentivo di non avere più nessuno scopo. Non avevo voluto la guerra, non l’avevo votata. Erano morte più di un miliardo di persone nel conflitto, senza che in fondo fosse cambiato nulla. L’Unione e l’Altrove erano ancora fermi sulle loro rispettive posizioni ideologiche; anche l’estensione dei loro territori era rimasta sostanzialmente invariata; e i loro antagonismi continuavano a ribollire sotto tiepidi tentativi diplomatici e discorsi di ricostruzione. E se avessimo vissuto quell’incubo logorante e autodistruttivo per niente? Se avessimo combattuto, sofferto e fossimo morti semplicemente per confermare una posizione politica?

Il senso di impotente risentimento che provavo mi aveva impedito di continuare a indossare l’uniforme della Marina dell’Altrove. Per quanto io fossi stata al comando di una fregata medica, avevo comunque avuto modo di vedere coi miei occhi cosa succedeva quando uomini e donne consegnavano le loro individualità allo Stato, quando permettevano a sé stessi di diventare le pedine del gioco di qualcun altro. E così mi ero dimessa, andando a infoltire quel già nutrito gruppo composto da personale smobilitato che passava le notti gelide e ventose sotto le luci degli spazioporti, a chiedersi se avrebbe mai potuto affrontare il ritorno a casa, alla vecchia vita, dopo così tanti anni di disumanizzante violenza. Alva Clay decise di venire con me anche se io non avevo idea di dove saremmo andate o cosa avremmo fatto, finché non ebbi l’opportunità di incontrare George Walker, in una baracca da tè ai margini di un deserto, su un pianeta sperduto di cui non ricordo neanche più il nome.

‘Vieni a Camrose’ mi disse. ‘Arruolati nella Squadra. È quello che abbiamo fatto noi.’

‘Noi chi?’

Sorrise. Aveva i capelli grigi e gli occhi gentili. ‘Io e la nave. Forse hai già sentito parlare di lei.’

‘Come si chiama?’

‘Trouble Dog.’

‘Mmm, credo di no.’

‘È una Carnivora dell’Unione. Ha combattuto nella battaglia di Pelapatarn.’

‘Molte navi hanno combattuto a Pelapatarn.’

‘Sì, ma lei è stata la prima a dimettersi.’

Sbatté le palpebre. ‘Si è dimessa?’ Non avevo mai sentito di una nave da guerra che avesse fatto una cosa del genere.



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