Per le ceneri dei padri (Urania) by Davide Del Popolo Riolo

Per le ceneri dei padri (Urania) by Davide Del Popolo Riolo

autore:Davide Del Popolo Riolo [Del Popolo Riolo, Davide]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-09-06T12:00:00+00:00


8

«Comunque non credo che la Guercia voglia ucciderti» specificò Helena dopo un attimo, con un sorriso acido. «L’avrebbe già fatto, sei anche disarmato. Sarebbe bastato un drone d’assalto, chi avrebbe potuto impedirglielo? No, c’è qualcosa che vuole da te, ma non saprei dirti cosa.»

Io la guardai, perplesso. «Tutto ciò dovrebbe essere confortante, immagino. Lo dici perché ci credi davvero o soltanto per evitare che mi faccia prendere dal panico e cerchi di scappare?»

Lei fece un gesto vago con la mano, con aria indifferente. «Tutte e due, immagino. Tu comunque puoi credere a quello che vuoi, non mi interessa.»

Helena si allontanò e io nonostante tutto continuai a mangiare. Una volta finito mi alzai, ma la voce della ragazza mi bloccò: «Ehi, non andartene così! Che cosa credi, che i piatti si lavino da soli?».

Mi guardai attorno, sorpreso. Quello era un problema che alla Casa-tra-le-Stelle non si poneva: una volta usati, infatti, i piatti venivano decomposti negli elementi essenziali e riutilizzati dalle stampanti 3D. L’AED comunicò con il sistema intelligente degli elettrodomestici di casa e mi spiegò come procedere al lavaggio.

Fatto ciò, mi misi alla ricerca della mia salvatrice. Si era rifugiata alla postazione informatica. Muoveva le dita agilissime aprendo e chiudendo schermate olografiche, voltando il capo da una parte all’altra. I suoi occhi verdi erano socchiusi, tanto era presa. Il volto ossuto sembrava prosciugato dalla concentrazione.

Mi sistemai sulla poltrona lì accanto e la osservai per qualche istante.

«Disturbo se ti faccio qualche domanda mentre lavori?» le chiesi dopo un po’. Lei scosse le spalle, indifferente. «Questa Guercia cui mi devi consegnare: perché si chiama così?»

«Tu che cosa ne dici?» sbottò lei sarcastica. «Perché le manca un occhio! Per quale altro motivo una si farebbe chiamare così?»

Un’idea davvero orrenda, mi dissi. «La medicina su Abisso non è in grado di risolvere un problema semplice come questo?»

«Certo che sì! Credo consideri la sua menomazione un segno distintivo, dato che ha perso l’occhio in combattimento. È la prova che è una brava, una brava tra le brave. È aristeia.»

Scossi il capo, incapace di comprendere l’assurda etica abissale. Aristeia, bravi, erano termini che continuavo a sentire ma il loro reale significato mi sfuggiva. «Ed è una… come posso dire? più civile dei Farsi?»

Helena si mise a sghignazzare, scuotendo la testa. L’ilarità crebbe fino a farle dare una manata contro la scrivania. D’un tratto si ricompose e mi disse, in tono duro: «La Guercia, civile? La Guercia è una wanax crudele e spietata, nient’altro che un’assassina senza scrupoli. Ti racconto solo un episodio, che tutti conoscono: quando divenne wanax, anni fa, scoprì che uno dei suoi strateghi era un traditore e ovviamente lo uccise. Non si accontentò di quello, però: inseguì tutti i suoi parenti e li sterminò, uno a uno, nel modo peggiore che tu possa immaginare. Ogni tanto in una delle piazze principali di Corcyras compariva il capo mozzato di uno di loro, in cima a un palo. È andata avanti così per anni».

«Ma è terribile!»

Helena fece di nuovo quel gesto che, ormai l’avevo capito, significava che per lei non era importante.



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