La Senzanima by Morgan Owen

La Senzanima by Morgan Owen

autore:Morgan Owen [Owen, Morgan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2023-10-16T22:00:00+00:00


Dopo mezz’ora, Evander si raddrizzò di scatto. «Credo che ci stiano seguendo», annunciò.

In effetti, nello specchietto retrovisore si scorgeva un furgone nero che prudentemente si teneva a una certa distanza.

Octavia si concentrò, chiudendo gli occhi e tappandosi le orecchie per sintonizzarsi sul flusso di coscienza.

«Sanno chi siamo», disse.

«Reggetevi forte!» gridò Perpetua.

Sterzò, e il furgone s’inclinò di lato scagliandomi sul fondo. Fui colpita in volto dal gomito di Octavia nello stesso momento in cui le assestavo una ginocchiata nel fianco.

«Abbiamo altra compagnia», ci informò Perpetua. «Preparatevi.»

Mi tirai su e, aggrappata al bordo del finestrino, sbirciai fuori. Ora dietro di noi c’erano tre furgoni.

Scendemmo sbandando lungo un argine e attraversammo un torrentello poco profondo, ma gli inseguitori non persero terreno.

«Ci serve un diversivo», affermò Evander.

Lo guardai. I suoi occhi divennero neri e la sua ombra si allungò per poi scomporsi in uno stormo di uccelli. Portati dal vento, si posarono sui parabrezza dei furgoni alle nostre spalle. Con la visuale oscurata, un mezzo tamponò quello che lo precedeva facendolo rovesciare sul fianco e scagliandolo in un fosso.

Gli altri due continuarono a inseguirci.

L’ombra di Evander divenne enorme, una nube di materia effimera che si ricompattò alle nostre spalle creando l’illusione ottica di una barricata in mezzo alla carreggiata. Un furgone inchiodò con uno stridio di gomme, l’altro si gettò dritto attraverso l’illusione ignorando i cartelli di avvertimento.

«Si sta avvicinando!» avvertì Gus.

Evander riplasmò la sua ombra: un crepaccio profondo si allargava alle nostre spalle formando un abisso senza fondo. Il furgone lo ignorò; parve fluttuare a mezz’aria ma poi lo oltrepassò.

«Non funziona», osservò Evander, sempre più frenetico.

«Cosa facciamo?» strillai.

«Proviamo tutti insieme. La psiche è più forte quando è combinata.»

«L’Ombra è il mio aspetto più debole», osservò Gus.

«Vale la pena di tentare. Visualizzate un fuoco: un incendio divampa tra gli alberi, le fiamme ardono intense e distruggono tutto nella loro scia…» Gli lanciai un’occhiata dubbiosa e lui aggiunse: «Non dimenticare che sei una Renato. Il fuoco è il tuo elemento».

Rammentai quello che aveva detto Ruben nel ricordo: nel sangue avevo il dono della Scintilla. Immaginai di tenere in mano sfere di fuoco e di gettarle sulla strada percorsa dal furgone, incendiando tutto. Quando riaprii gli occhi, stavamo sfrecciando attraverso una foresta in fiamme mentre una densa nube di fumo nero riempiva l’aria.

«Funziona!» gridò Perpetua. «Non ci posso credere!»

Gus e Octavia esultarono battendo le mani.

Il furgone tuttavia spuntò dalla fitta nube scura e ci seguì, implacabile.

«Quei tizi proprio non mollano», disse Gus.

La puzza dell’incendio creato dall’illusione era così intensa da farmi tossire e sputacchiare e da impregnarmi i capelli.

Un albero cadde con uno schianto assordante. Passammo per un soffio, ma un istante dopo il tronco atterrò alle nostre spalle, sprizzando scintille e creando uno sbarramento di fuoco che l’ultimo furgone dell’Ordine non riuscì a superare.

«È fuoco vero!» gridai al di sopra del rombo delle fiamme.

«Siamo stati noi?» chiese Gus.

«Direi che ha funzionato fin troppo bene», commentò Evander.

Avevamo trasformato la mente in materia. Tutti insieme.

Gus aprì il finestrino e allungò una mano. La ritrasse con un forte gemito e se la portò al petto.



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