Il Paese Delle Stelle Nascoste by Sara Yalda

Il Paese Delle Stelle Nascoste by Sara Yalda

autore:Sara Yalda [Yalda, Sara]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fundamentalism, Islam, General, Religion, Sociology of Religion, Biography & Autobiography, Social Science
ISBN: 9788856602531
editore: Piemme
pubblicato: 2009-01-01T23:00:00+00:00


LA VIRTU' ARISTOCRATICA DEL PERDONO

Non avevo sottovalutato il cattivo gusto della moglie di mio padre: il loro appartamento è brutto proprio come temevo. A Darous aveva trovato l'arredamento scelto da mia madre. Qui invece è casa sua, e quei soprammobili di legno laccato, quelle croste d'improbabile scuola impressionista, quei centrini fatti all'uncinetto sistemati sui tavolini del salotto me li ero immaginati pressoché identici. Manca solo l'odore un po' nauseante della naftalina. Meno tempo resta da vivere e più ci si prende cura delle proprie cose. Sono seduta sul divano, di fronte a Mandana. Non riuscendo a trovare delle risposte alle sue domande, mi limito a sorriderle scioccamente. A casa di Cyrus era confusa tra i tanti invitati, non mi ero accorta di niente; ma stare faccia a faccia non lascia scampo: i danni dell'Alzheimer si vedono tutti. Cyrus mi aveva avvertita. Mi aveva anche detto che sta seguendo una terapia da diversi mesi, ma il corso della malattia sembra irreversibile. Negli ultimi ventisette anni l'ho sentita al telefono solo quattro o cinque volte. Non avevamo un gran ricordo l'una dell'altra, perciò quelle conversazioni risultavano sempre un po' difficili. Il nostro ultimo incontro risale al 1978, qualche mese prima della rivoluzione. Tornavo dal mio secondo anno in collegio. Mia madre stava cercando di dimenticare una delusione amorosa in Europa, e io dovevo passare le vacanze a casa di mio padre. Mandana se la cavò così bene, con me, che finii nella casa vuota di mio zio (partito per la Spagna coi figli), da sola, insieme al cuoco. Continuo a dirmi che "bisogna esercitare la virtù aristocratica del perdono", come amava ripetere mio padre, ma non riesco a dimenticarlo. I dolci che Mamad preparava ogni giorno, per consolarmi, mi hanno lasciato in bocca un gusto amaro che non riesco a diluire. Di fronte al mio silenzio, Mandana pensa che non capisca più il persiano. Viene a sedersi vicino a me e mi rifa le domande più lentamente, articolando bene le sillabe, mentre io continuo a ostentarle un sorriso fisso e un po' ebete. Di tanto in tanto s'interrompe, mi posa una mano sulla gamba e si lascia andare a una risata stridula, quasi un singhiozzo, gli occhi persi nel vuoto, la testa in fuga chissà dove. Pur senza essere mai stata bella, è sempre stata una donna molto curata; ma ora si è proprio lasciata andare. Le sopracciglia, disegnate con la matita, mancano di simmetria; ha un occhio più truccato dell'altro, il rossetto sbavato, i capelli pettinati a malapena. È a qualche centimetro da me, ma la sento lontanissima. Per la prima volta nella mia vita, con uno slancio incontrollato, me la stringo al petto. E allora lei, finalmente, resta in silenzio. Babà ci raggiunge. Si siede di fianco a Mandana e le passa una mano sulla nuca - giusto un istante, il tempo di una carezza. Lo avevo già notato nel corso della cena a casa di Cyrus: si scambiano l'un l'altra una gran quantità di attenzioni, piccoli gesti anodini, ma carichi di straordinaria dolcezza.



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