Non commettere adulterio by Eva Cantarella & Paolo Ricca

Non commettere adulterio by Eva Cantarella & Paolo Ricca

autore:Eva, Cantarella & Paolo, Ricca [Eva, Cantarella & Paolo, Ricca]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Voci
ISBN: 9788815302076
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2011-10-14T22:00:00+00:00


Ma l’amor cortese «è nato da una reazione all’anarchia brutale dei costumi feudali»[42] legati proprio all’istituto del matrimonio legale. L’amor cortese quindi «non fu affatto un amore coniugale. Al contrario. Nel suo aspetto classico, presso i Provenzali, esso naviga a vele spiegate verso l’adulterio, e i poeti provenzali lo celebrano»[43], affermando che amore e matrimonio sono incompatibili, e che un vero amore si può vivere solo fuori dal matrimonio così com’era allora. Anche nei secoli successivi, finché il matrimonio fu deciso dalle famiglie, il ruolo dell’amore fra i nubendi fu piuttosto modesto o addirittura nullo. La stretta parentela linguistica tra «matrimonio» e «patrimonio» ne è un indizio rivelatore: il matrimonio era un contratto regolato largamente da interessi patrimoniali. L’amore semmai nasceva dopo il matrimonio, non prima; non ne era la causa, ma un possibile frutto. In questo senso si può dire che «l’essenza del matrimonio non è l’amore, ma il vincolo!»[44]. Nel cristianesimo però c’è il comandamento esplicito di amare la propria moglie: «Mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25). Qui l’essenza del matrimonio è proprio l’amore e non il vincolo, o, se si preferisce, il vincolo sostanziato di amore. Ma a questo punto due grandi domande si impongono e non è possibile eluderle. La prima: si deve proprio amare un solo uomo o una sola donna per tutta la vita, finché la morte non intervenga a sciogliere il vincolo coniugale? Non può succedere che un amore umano muoia? Sì che può succedere. E se è vero che l’amore è la sostanza del vincolo, che cosa accade se e quando un amore muore? Che senso può ancora avere un vincolo coniugale non più sostanziato dall’amore? Il vincolo senza amore non diventa allora fatalmente una pesante catena? E se, dopo la separazione o il divorzio, un nuovo amore fiorisce nella vita di uno o di entrambi gli ex coniugi, è giusto classificare come «adulterio» questo nuovo rapporto di amore, nato dopo la morte del primo? La risposta è: non è giusto. La seconda domanda è: l’uomo non è forse tendenzialmente, cioè istintivamente, poligamo? Il fatto stesso che in Israele, ancora ai tempi di Gesù, la poligamia, benché caduta in disuso, non fosse legalmente proibita, non insegna forse qualcosa? Il matrimonio monogamico non può essere visto come una camicia di forza imposta dalla legge alla coppia umana, una segreta violenza fatta alla natura dell’uomo e della donna? Se così fosse, l’adulterio non potrebbe configurarsi come il ricupero di una libertà originaria di cui la società, con diverse motivazioni attraverso i secoli e secondo le culture, ha via via negato la legittimità? Non è forse possibile amare contemporaneamente, per motivi diversi ma con uguale trasporto, due o più donne (se uomo) e due o più uomini (se donna)? La risposta è: sì, è possibile; è possibile la poligamia (ampiamente praticata, nell’antichità, dai patriarchi biblici, e tuttora legittima secondo la religione islamica e in alcune culture africane) ed è possibile anche la poliandria.



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