Le brave ragazze vanno in paradiso le cattive dappertutto by Ute Ehrhardt

Le brave ragazze vanno in paradiso le cattive dappertutto by Ute Ehrhardt

autore:Ute Ehrhardt [Ehrhardt, Ute]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Social Science, Women's Studies, Psychology, Human Sexuality
ISBN: 9788863801620
Google: yc6weRMJz5QC
editore: Corbaccio
pubblicato: 2010-10-25T22:00:00+00:00


SEMPRE E SOLTANTO SORRIDERE

Tradiamo noi stesse con il sorriso?

«Non ne posso più di quello stramaledetto sorriso!» Riki (34) se la prende con la sua immagine nel video. Sta partecipando a un seminario sul linguaggio corporeo femminile. Irritata sta fissando il proprio viso sorridente sul monitor.

«Quel sorriso idiota. Sono 30 anni che sorrido a chiunque, anche a chi mi ha pugnalato alle spalle o si è comportato male». Riki vorrebbe liberarsi di questo modello di comportamento: «È patologico che io rimanga gentile e mantenga il controllo anche quando qualcuno ha voluto farmi del male». Aveva sempre pensato che mostrare rabbia o delusione fosse segno di debolezza, per cui stringeva i denti e sorrideva.

«Non avevo mai capito bene perché in situazioni del genere il mio stomaco si ribellava e prevedevo che avrei passato la serata a piangere senza sapere bene che cosa mi aveva ridotto in quello stato». Adesso lo sa. «Quel maledetto sorriso, quella faccia che dice a tutti: non ce l'ho con te, basta che non ti allontani da me. Avrei dovuto imprecare, sfogarmi, dare in escandescenze, spaccare i piatti oppure girare sui tacchi e andarmene per sempre».

Molte donne provano sensazioni simili. Sono consapevoli di tradire se stesse con quel sorriso, di assumere il ruolo di vittime. Ma il fatto è che solo così credono di arrivare allo scopo, di disporre di quell'unica arma per superare una situazione delicata. Non si difendono mai veramente quando qualcuno gioca loro un brutto tiro. E sempre più spesso, probabilmente più di quanto qualunque donna vorrebbe, la paura inconscia di essere rifiutate spinge a sorridere. A questo punto il sorriso non è più una manifestazione di gioia, ma è un riflesso provocato dall'ansia di piacere al mondo circostante. «Sii carino con me, non farmi del male, non mi abbandonare», questo è il messaggio veicolato dal sorriso.

Potete immaginare di dire: «Arràbbiati pure; non mi spavento di certo». Questo dovreste pensare sempre.

Perché proprio le donne cadono in questa trappola?

Non è facile spiegare che cosa spinge tante donne a sorridere quando provano ben altri sentimenti. In ogni caso prima di soffermarmi sulle cause all'origine di questo sorriso, vorrei chiarire alcuni punti sul sorriso in genere. Non vorrei che qualche lettrice pensasse di essere incappata in una pessimista denigratrice della vita che considera il sorriso come qualcosa di patologico o di inopportuno. Per quanto mi riguarda vale l'esatto contrario: il sorriso è qualcosa di estremamente prezioso, quando rispecchia una situazione di forza interiore. Quando segnala: «Sono attenta a te e provo simpatia nei tuoi confronti». In questo caso si tratta del segnale di una decisione libera e consapevole: una cosa bella, dunque, e significativa. Purtroppo spesso non sorridiamo per esprimere questo stato d'animo, ma cadiamo in quella che chiamerei trappola di Monna Lisa. Dunque, quando il sorriso non corrisponde a uno stato d'animo positivo significa che siamo cadute in questa trappola.

Perché le donne hanno spesso quel sorriso sottomesso?

Potenzialmente le donne hanno diritti pari agli uomini, ma autonome, nel vero senso della parola, non lo sono ancora. Dal ruolo di subordinazione antico di secoli si sono liberate solo formalmente.



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