Buxbaum Julie - 2017 - La teoria imperfetta dell'amore by Buxbaum Julie

autore:Buxbaum Julie [Buxbaum Julie]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9788851165093
editore: De Agostini
pubblicato: 2018-09-03T22:00:00+00:00

Violet: OH, MIO DIO, KIT!!! HAI VISTO QUESTO?!?!

C’è un link a Tumblr: La guida per ritardati di Mapleview. Chissenefrega. Non ho bisogno di leggere un altro dei blog offensivi dei miei compagni di classe idioti. L’anno scorso qualcuno ha postato in modo anonimo una Guida per convincere le donne a fare sesso, che era disgustosa quanto sembra dal titolo. Decido di non cliccare. Amen.

«La neve rende tutto più complicato» osserva David e mi lascia la mano per rovistare nel suo zaino. Ne tira fuori un metro. C’è qualcosa in quel gesto – il fatto che abbia portato a scuola un metro – che mi provoca ancora più lacrime. Mi chiedo cos’altro nasconda nel suo zaino. Immagino un compasso e magari una calcolatrice scientifica. Credo sia perfettamente preparato per l’apocalisse zombie, proprio come mio padre. «Non penso stia cadendo troppo in fretta, possiamo misurarne la densità e tenerla in conto.»

Non ho idea di che cosa stiamo facendo. Cosa stiamo misurando? Penso alla parola densità e all’improvviso non mi ricordo il suo significato.

«Il report dice che tuo padre è morto alle sei e cinquantadue del pomeriggio. Sai se è morto per l’impatto? Perché se è così, quello potrebbe essere il momento da cui far partire il nostro lavoro.» La voce di David è piatta, adimensionale.

«Non sono sicura che sia una buona idea.» Dico a voce alta ciò che ho continuato a ripetermi nella mente. Non è una buone idea. Non è una buona idea. Non è una buona idea. E anche: Scappa, scappa, scappa. «Non facciamolo.»

David si gira e mi scruta dall’alto in basso. Tutto il mio corpo sta tremando. «È difficile per te» commenta con molta praticità. Sembra che se ne sia appena accorto.

«Sì» sussurro.

«È soltanto un posto. Se vuoi posso recuperare le nostre coordinate. In questo modo non sarebbe neanche un posto» dice e subito dopo lo fa. Mi fornisce la nostra posizione basandosi sulle coordinate di latitudine e longitudine. Se le mie orecchie non sibilassero e il mio stomaco non mi fosse salito fino in gola, riderei. «Non sei costretta a farlo. Ma non mi piace che tu faccia fatica a dormire. Abbiamo bisogno di riposare perché il nostro corpo funzioni efficientemente.»

«È morto in seguito. Non in macchina. All’ospedale» gli rispondo usando lo stesso tono, distaccato e clinico. Magari riesco a farlo senza frantumarmi come i finestrini della Volvo. E se non crollerò, mi piace pensare di avere la possibilità di stare meglio. O almeno di chiudere gli occhi la sera e non riaprirli fino al mattino. Magari c’è una buona ragione per la quale stiamo facendo tutto ciò. Risposte. Potrei ottenere alcune risposte.

«Non facciamo riferimento al tempo, allora. Capiamo dove la macchina avrebbe dovuto fermarsi per evitare la collisione. Può andare bene per te?»

Non rispondo. Siamo sull’angolo e fissiamo il centro dell’incrocio. Non ci sono macchine in giro. Se lo volessi, potrei camminare in mezzo alla strada.

Non c’è nulla qui, solo della spazzatura che viene spostata dal vento.

«Ci mancano alcune variabili, ma credo che potremo fare delle stime ragionevoli.

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