Amore di ritorno (Italian Edition) by Paola Camberti

Amore di ritorno (Italian Edition) by Paola Camberti

autore:Paola Camberti [Camberti, Paola]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781983028113
Amazon: 1983028118
editore: Independently published
pubblicato: 2018-05-29T00:00:00+00:00


***

Mentre cercava di svegliarsi del tutto, Marco sentì la testa pesante come se fosse di pietra.

Quando aveva aperto la porta e aveva visto Stella in piedi sui gradini, pensava che si trattasse di un sogno. Ma quando lei aveva cominciato a raccontarle di Matilde, aveva capito che era reale. Mentre correvano fianco a fianco verso la villa di Matilde, lanciò un'occhiata a Stella. Anche se il suo volto era teso per la preoccupazione, era bellissima. La sua pelle diafana rifletteva la luce della luna e i suoi lunghi capelli rossi volavano come fiamme di seta dietro di lei.

Non appena entrarono nella villa, Marco udì i lamenti. Il suo cuore si strinse mentre guardava Stella. Nei suoi occhi vide riflesse le sue stesse paure. Brutta faccenda, pensò.

Insieme si precipitarono lungo il corridoio verso la stanza di Matilde. Per un istante Marco si immobilizzò alla vista di Matilde seduta sul letto che si dondolava avanti e indietro, emettendo gemiti di dolore. Stella istintivamente si aggrappò al suo braccio.

"Andiamo," lo incalzò, la sua voce tremava leggermente. "Ho bisogno che mi aiuti a farla alzare, così possiamo portarla in ospedale."

"Grazie per essere venuto," mormorò debolmente Matilde, poi inspirò a fondo.

Marco annuì. "Penso di poter farcela da solo a portarla," disse a Stella.

Stella lo guardò dubbiosa. "Sei sicuro? Non possiamo rischiare che cada per terra."

"No, è meglio di no," disse Matilde.

Marco fu sorpreso che Matilde si fosse unita alla conversazione, considerando il suo stato di sofferenza. "Non ti preoccupare. Ti tengo io, Matilde. Metti un braccio intorno alle mie spalle," le ordinò mentre la sollevava. Matilde fece una smorfia di dolore e dal profondo della gola le uscirono dei brevi gemiti.

"Prendi le mie stampelle per favore," disse Matilde a Stella. "E la mia borsa."

Stella annuì e andò a cercare gli oggetti. "Diamine! Mi ero dimenticata. A causa dell'incidente devo guidare quell'orrido minivan."

"Quale incidente?" Chiese Matilde, poi gemette di nuovo.

"Non importa," aggiunse rapidamente Stella, guardando Marco. "Forse dovremmo prendere il tuo furgone. O la tua Duetto? Ce l'hai ancora?"

"Certo." Non si sarebbe mai sbarazzato della sua Alfa Romeo Spider, era molto più di un oggetto da collezione. Marco si fermò a riflettere. "Posso lasciare Matilde sul divano e correre a prendere il furgone."

"Non ce n'è bisogno," borbottò Matilde. Strinse gli occhi così forte che le lacrime le rigarono le guance. "Scusa," sussurrò, torcendosi le mani. "Ma è un dolore insopportabile." Marcò sentì una stretta allo stomaco, era dura vedere Matilde in quello stato. "Possiamo prendere la mia macchina," riuscì a dire infine.

Dopo pochi minuti, con la massima cura possibile, Marco fece sedere Matilde sul sedile del passeggero e si mise al volante. Poi guardò Stella nello specchietto retrovisore. "Quale ospedale?" C'erano tre ospedali nei dintorni di Monterragio e si trovavano tutti a circa trenta minuti di distanza dalla loro posizione.

“San Pancrazio,” gracchiò Matilde.

"Davvero?" Marco non ci aveva nemmeno pensato. Ci sarebbero voluti almeno cinquanta minuti.

"Voglio andare lì," disse Matilde con fermezza, senza lasciare spazio a discussioni.

Guardò di nuovo Stella che scrollò le spalle. "Se è lì che vuole andare.



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