Ritratti di pittori by Robert Walser

Ritratti di pittori by Robert Walser

autore:Robert Walser [Walser, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2023-03-20T23:00:00+00:00


CÉZANNIANA

Si potrebbe constatare, volendo, una mancanza di corporeità; si tratta invece di un tentativo di abbracciare l’oggetto, di una presa durata forse molti anni. Colui di cui parlo ferma a lungo lo sguardo, poniamo, su questi frutti, che sono ordinari e insieme fuori del comune; s’immerge nella loro contemplazione: la pelle ben tesa che li fascia, la strana calma della loro esistenza, l’aspetto ridente, radioso, cordiale. «Non è a un dipresso tragico» andava magari chiedendosi «che non possano essere consapevoli della loro utilità e della loro bellezza?». Avrebbe desiderato comunicare, infondere, trasmettere a quei frutti la sua facoltà di pensare, da che ne commiserava l’incapacità a formarsi un’immagine di sé. Dico di essere convinto che se ne dolesse, e sia tornato poi ad aver pietà di sé, per lungo tempo senza saperne esattamente la ragione.

Anche questa tovaglia ha un’anima propria, così voleva credere, ed ecco adempiersi in un batter d’ali ogni desiderio in tal senso. Era lì pallida, bianca, di arcano lindore: lui le si accostò, la increspò. In qual modo il tessuto si lasciava toccare! Come più piaceva a chi lo maneggiava. Può essere accaduto che vi si sia rivolto con le parole: «Prendi vita!». Con tutto ciò non va dimenticato che egli disponeva del tempo necessario a esperimenti ed esercizi eccentrici, a indagini ed esami giocosi. Ebbe in sorte una donna cui poter rimettere con estrema tranquillità le incombenze quotidiane, il governo della casa e simili. Nei confronti della moglie sembra essersi comportato press’a poco come con un bel fiore grande, che mai schiude le labbra, il calice, a espressioni di malcontento. Questo fiore, oh, ogni cosa che di lui non gli garbava la teneva per sé; era, così mi vado convincendo, un vero prodigio di serenità; nell’accettare le stravaganze, le cautele del marito fu uguale a un angelo. Queste ultime erano per lei un palazzo incantato, che gli lasciava, gli largiva, dove non entrò mai, neppure con la più vaga delle allusioni, che non teneva in gran conto ma nel contempo rispettava. A tale proposito si sarà detta: «Sono cose che non mi riguardano». Per non essere toccata da certi «scolasticismi» del consorte, come talora dovevano apparirle quei conati, ella possedeva senza dubbio umanità, per così dire gusto. Per ore, per giorni interi, egli mirava a rendere l’ovvio incomprensibile, a cogliere nelle cose evidenti un fondamento dell’inesplicabile. I suoi occhi scrutatori furono l’esito di tanto rigoroso vagare in cerchio lungo contorni che divennero per lui frontiera ad alcunché di misterioso. Nell’intero, placido corso della sua vita egli combatté la silenziosa e, si potrebbe esser tentati di dire, nobilissima battaglia per volgere in montagna lo sfondo, ecco forse una perifrasi adeguata.



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