Morte by Laura Thalassa

Morte by Laura Thalassa

autore:Laura Thalassa
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Romance, Fantasy, Fiction
ISBN: 9788855316255
editore: Hope Edizioni
pubblicato: 2023-12-10T22:00:00+00:00


Restiamo fuori a lungo. Ho raccolto più mele di quante me ne servano, ma non c’è nessun altro qui che possa godersele, quindi cerco di non sentirmi in colpa.

Morte ha avvicinato una panchina di pietra e l’ha appoggiata a uno degli alberi, poi vi si è seduto, la schiena contro il tronco, una gamba stesa davanti a sé e l’altra piegata. Non l’ho mai visto così rilassato, e non solo nel corpo. Abbiamo passato l’intera mattina a chiacchierare di argomenti che esulano dal destino dell’umanità o dalla tensione sessuale tra noi.

Mi avvicino a un secondo melo e comincio prima a canticchiare, poi a scandire bene le parole di Scarborough Fair e nella mia mente si risvegliano ricordi lontani ma incredibilmente dolci. Era una canzone che mia madre intonava spesso mentre lavava i piatti o stendeva il bucato, e io e i miei fratelli di solito ci univamo a lei.

Non so da quanto sto cantando quando sento lo scalpiccio di uno stivale.

Getto un’occhiata da sopra la spalla e le gambe mi tremano nel vedere il Cavaliere a un passo da me, gli occhi fissi sulla mia bocca.

«Quindi questa è la musica» dice con voce meravigliata, come se solo ora fosse riuscito a dare un nome al suono.

Credo sia questo l’aspetto ironico di Thanatos: esiste da sempre e sembra un pozzo di saggezza quando si tratta dell’umanità, ma è davvero umano solo da pochissimo tempo.

Gli rivolgo un’occhiata esitante e annuisco.

Lui continua a fissarmi. «Non smettere» sussurra.

Sento le guance scaldarsi.

Non me la sento di continuare ora che sono consapevole di avere uno spettatore.

«Ti prego» aggiunge Morte. Mi sta ancora fissando le labbra.

Vorrei dirgli che di solito la gente non fa di queste richieste, ma credo lo sappia. Inoltre, sembra davvero… conquistato dalla musica. Così mi schiarisco la gola e dopo uno o due momenti di incertezza riprendo a cantare, tornando a voltarmi verso l’albero per ricominciare a raccogliere le mele e far finta di non avere un pubblico che beve avidamente ogni mia parola.

Tuttavia, non dura molto.

Thanatos mi viene davanti e fa scorrere lo sguardo sui miei occhi, le mie labbra, i miei capelli. Mi guarda come se fossi l’Ottava meraviglia del mondo e io non so come sfuggire al desiderio evidente che gli leggo sul viso.

La canzone finisce e restiamo in silenzio.

Poi Morte scuote la testa, quasi a volersi schiarire le idee. «È stato… opodanao.»

Quella parola in una lingua sconosciuta mi provoca una reazione istantanea. Mi sento inondata di luce, come se mi scorresse sulla pelle e mi accarezzasse i capelli. Credo di intuirne il significato, ma lui la traduce lo stesso a mio beneficio: «Bellissimo.»



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