Mala by Francesca Fagnani

Mala by Francesca Fagnani

autore:Francesca Fagnani [Fagnani,Francesca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SEM
pubblicato: 2024-04-29T00:00:00+00:00


“Il sì deve essere sì e il no deve essere no!”

Diabolik conosceva bene Barboncino perché da tempo gli vendeva la droga da smerciare sulla piazza di spaccio di via Cagni e perché già in passato, insieme a Fabietti, aveva preso le sue parti in una disputa nata con Carmine Spada alias Romoletto. Lo racconta, intercettato, un altro esponente di peso del gruppo dei napoletani, Fabio Di Francesco, il quale lamentandosi delle continue intemperanze di Barboncino, che era pure un suo sottoposto, diceva: “Romoletto gliel’hanno apparato Diabolik e Fabietti, perché [Barboncino] si stava a caga’ in mano, non voleva più usci’ de casa”.

Piscitelli, ambizioso come è, comprende che il disordine esploso a Ostia e l’emergenza che ne deriva rappresentano l’occasione giusta, e a lungo attesa, per fare quello che prima di lui avevano fatto il suo padrino Michele Senese e l’uomo di Cosa Nostra a Roma, Francesco D’Agati detto zio Ciccio: cioè, siglare una pace criminale che avrebbe accresciuto la sua influenza non solo sul litorale, ma su tutta Roma. Con questo obiettivo, si siede a tavola, in un elegante ristorante di Grottaferrata, insieme a Salvatore Casamonica, all’albanese Dorian Petoku, all’avvocato Lucia Gargano e a uno strano tipo chiamato il Francese.

È il 13 dicembre 2017, il giorno in cui Diabolik senza saperlo decide il suo destino. In quel pranzo ai Castelli Romani si dovrà parlare di questioni delicate, Piscitelli ne è ben consapevole e infatti, appena entra all’Oliveto, chiede subito al cameriere una sala riservata: “Amico mio, ma ’na stanzetta?”.

In realtà, quell’incontro era nato per discutere di una gigantesca partita di cocaina purissima, sette tonnellate, da far arrivare a Roma dalla Colombia. Se quel quantitativo di droga fosse giunto a destinazione, avrebbe cambiato l’assetto e gli equilibri del narcotraffico nella Capitale e nel centro Italia, Napoli compresa. Per avere una misura del carico, si tenga conto che sette tonnellate corrispondono alla produzione annuale di un cartello colombiano. Un affare enorme, coordinato e finanziato da Salvatore Casamonica, al vertice del clan insieme ai suoi fratelli, disposto a investire per questa mega partita quattro milioni e mezzo di euro. Un sogno di gloria, va subito detto, che si è schiantato una mattina all’alba con l’arresto di Salvatore e di altri esponenti della famiglia, a seguito dell’indagine eloquentemente battezzata dai carabinieri “Gramigna”. Ma molto prima che ciò accadesse, altri investigatori – stavolta del Goa della Guardia di finanza, coordinati dal Pm Giovanni Musarò – avevano scoperto l’impresa che Salvatore Casamonica, insieme ad altri fiancheggiatori tra cui l’albanese Dorian Petoku, stava mettendo in piedi con alcuni narcos sudamericani. Gli uomini del Goa monitoravano da vicino ogni loro mossa, da talmente vicino che sentivano tutto quello che si dicevano. Si è accennato a un curioso personaggio di circa sessant’anni, soprannominato il Francese nonostante fosse chiaramente italiano, originario del Sud. Aveva vissuto a lungo in Francia, però, dove si era specializzato nella raffinazione dell’eroina per il clan dei Marsigliesi e dove si era guadagnato quell’appellativo. Nell’andirivieni dal carcere, aveva conosciuto e aiutato un altro narcos, Armando Paolacci,



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.