Il governo dell'acqua by Andrea Rinaldo

Il governo dell'acqua by Andrea Rinaldo

autore:Andrea Rinaldo
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-08-01T16:52:18+00:00


L’odio per i progetti di grandi opere idrauliche è palese. Piccolo è bello, dunque, e grande opera idraulica non-importa-se-utile = regime autoritario. Ward è comunicatore molto efficace, anche se questa storia dei mille piccoli impianti locali, che sarebbero ben più redditizi, sembra più un artificio retorico che una vera proposta. Quelle insensate eliminazioni delle alluvioni a valle che spostano milioni di persone, ne salvano decine di migliaia da annegamento, non dalla perdita di identità culturale. Eppoi non era un celebre slogan degli ambientalisti «siamo tutti a valle»?

Se il problema ambientale-idraulico riguarda piene e siccità di un territorio anche in relazione ai conclamati effetti di possibili tropicalizzazioni del clima, invasi per uso multiplo, magari molti e moderatamente piccoli, possono essere la risposta tecnica adeguata. Ha ragione chi sostiene che l’acqua è un bene prezioso che va messo in cassaforte, con intelligenza tecnica naturalmente. È, invece, surreale doversi difendere da obiezioni del tipo: io sono favorevole agli invasi, però li voglio sicuri e non impattanti. Vorrei vedere chi si dichiara a favore dell’energia nucleare insicura.

Philip Ball, grande comunicatore di scienza e ambientalista convinto, sostiene che i segni premonitori delle crisi che portano, o porteranno, alle guerre per l’acqua sono visibili quasi intorno a ogni grande diga36. Ball se la prende, non senza ragioni, con i grandi progetti: mal calcolati nei loro costi reali nel tenere in conto i veri costi ambientali, inclusi quelli che non si mostrano mai come le modifiche ai microclimi o a interi ecosistemi. La richiesta di acqua da utilizzarsi nell’irrigazione o per usi potabili, la necessità di controllare le inondazioni cioè l’uso di piena, e le esigenze di produzione di energia idroelettrica hanno portato, e ancora portano, alla realizzazione di opere di ingegneria idraulica che hanno come corollario lo stravolgimento senza precedenti delle vie d’acqua. Alcuni esempi possono servire a farsi un’idea delle dimensioni del problema. In Turchia, dove i fiumi Tigri ed Eufrate iniziano il loro viaggio verso il Golfo Persico attraverso la mezzaluna fertile dove è nata la Storia, un grande progetto di sbarramenti, il Grande Progetto Anatolico, minaccia di interrompere una parte consistente del flusso dei fiumi nei territori siriani e iracheni per otto mesi l’anno. Per produrre risorse non a loro dedicate. Come immaginare che non ne derivino tensioni sociali e politiche, in particolare per territori aridi o semi-aridi come quelli a valle del progetto anatolico? E che dire della diga delle Tre Gole sul Fiume Azzurro nella Cina centrale? Molti si sono cimentati a definire, con alterna fortuna, la scelleratezza del progetto che si concluderà nel 2010. A fronte di 18.200 MWatt di potenza utile generata al completamento (megawatt, o milioni di Watt)37, il progetto comporta la sparizione di 13 grandi città, 140 paesi e 1.350 villaggi, l’evacuazione di 1,2 milioni di cinesi, il trasloco di attività agricole in aree meno vocate, la sparizione di interi porti fluviali, l’interrimento prossimo venturo del serbatoio, che non appare discutibile se non nelle cadenze del suo accadere e relativamente al tempo di vita degli impianti. Inoltre,



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