Hodkin Michelle - 2012 - Io non sono Mara Dyer by Hodkin Michelle

Hodkin Michelle - 2012 - Io non sono Mara Dyer by Hodkin Michelle

autore:Hodkin Michelle [Hodkin Michelle]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788852042805
Google: uc2XAAAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2013-09-02T22:00:00+00:00


36

— Noah — lo salutò mia madre, emergendo dalla cucina e asciugandosi le mani con uno strofinaccio. — Ci sei mancato.

Mi infilai la foto nella tasca dei jeans più in fretta che potei.

— Grazie per l’ospitalità — fece Noah. — Le ho portato una cosa da parte dei miei genitori…

La mamma sorrise e scosse il capo. — Non dovevi.

— È in auto, vado a prenderla — disse. Lui si allontanò e io corsi in camera mia a nascondere la foto prima che mia madre la vedesse o ci versassi per sbaglio dell’acqua sopra o decidessi volontariamente di bruciarla.

Quando tornai, mia madre e Noah chiacchieravano beatamente in cucina.

— Quindi cosa andavate a visitare a Londra, quando ci tornavate? — chiese Noah a mia madre, mescolando quella che sembrava salsa per condire l’insalata.

— Oh, il solito — rispose lei scrollando le spalle dalla sua postazione accanto al lavello. — Buckingham Palace, il Big Ben, quel genere di cose.

— E sua madre invece è cresciuta lì?

Cento punti per Noah Shaw. Mancò poco che gli dessi un cinque.

La mamma annuì.

— E cosa faceva?

— Studentessa universitaria — spiegò con voce pacata.

— Che bello, e quale università frequentava?

Mia madre mise di fronte a Noah la ciotola dell’insalata. — Cambridge.

Ci scambiammo uno sguardo d’intesa.

— Il Darwin College, per la precisione — continuò. — Faceva il dottorato, ma non l’ha mai finito, e secondo me è stata parecchio male per questa cosa. Allora, voi due — disse, sorridendoci — grazie per l’aiuto, siete liberi di andare.

Per la prima volta nella mia vita avevo più voglia di chiacchierare con la mamma che trascinare il mio ragazzo in camera.

— Scherza? Ci fa piacere aiutarla — assicurò Noah, che evidentemente la pensava come me.

Ma la mamma si pulì le mani sul grembiule. — Ho finito. Non c’è più niente da fare, via, via, andate — disse, cacciandoci con un gesto scherzoso e mettendo fine a quella conversazione. Ovvio che dimostrasse tutta quella fiducia verso di me proprio quando l’unica cosa che mi importava veramente era di avere delle risposte da lei. Ma ci aveva detto di andarcene, e insistere per chiacchierare con lei avrebbe destato qualche sospetto.

Quando fummo da soli in camera mia, chiusi la porta quasi del tutto, mi voltai verso Noah ed esclamai: — Porca miseria!

— Esatto.

Ero sconvolta e mi buttai sul letto. — Dove l’hai trovata?

— In una scatola tra le cose di mia madre.

Mi strofinai la fronte. — Quindi si conoscevano.

— Sembrerebbe. Dov’è la foto?

Andai alla scrivania, la presi dal cassetto e l’allungai a Noah. — Come hai fatto a capire che era mia nonna? — gli chiesi.

Mi guardò, chiaramente perplesso. — Ma scherzi?

— Be’…

— Ma non vedi la somiglianza?

Guardai di nuovo la foto. C’era una cosa che mi turbava, ma non era la somiglianza.

— Quando è stata scattata?

La voltò dall’altro lato. — 1987. — Rifletté un attimo. — Mia madre doveva essere all’università — aggiunse. — A Cambridge.

— Aspetta un attimo — dissi, perché mi era venuta in mente una cosa. — I tuoi genitori sono andati all’università insieme, giusto?

— Sì — rispose Noah lentamente.



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