Ward J. R. - 2007 - Un amore indissolubile by Ward J. R

Ward J. R. - 2007 - Un amore indissolubile by Ward J. R

autore:Ward J. R. [Ward J. R.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-04-06T22:00:00+00:00


Capitolo 22

Quando Jane e V rientrarono in camera da letto, lei andò a sedersi in quella che ormai considerava la sua poltrona e lui andò a stendersi sul letto. Cavolo, si preannunciava una lunga nottata... ehm, giornata, pensò Jane. Era stanca e molto nervosa: pessima combinazione.

«Ti va di mangiare qualcosa?» chiese V.

«Sai cosa mi piacerebbe?» fece lei con un sbadiglio. «Una bella cioccolata calda.»

V tirò su il telefono, premette tre tasti e restò in attesa.

«Me ne stai ordinando una?» chiese Jane.

«Sì. E anche... Ehi, Fritz. Senti cosa mi serve...»

Quando V riattaccò, Jane non potè fare a meno di sorridergli. «Alla faccia dello spuntino!»

«Non mangi da...» bruscamente si interruppe, come se volesse evitare ogni accenno al rapimento.

«Non fa niente», mormorò lei. Si sentiva un po' triste, chissà poi perché. Non ne aveva motivo.

No, un motivo c'era. Presto se ne sarebbe andata.

«Non preoccuparti, non ti ricorderai di me», disse V. «Quindi non sentirai niente dopo che ti avremo liberata.»

Jane arrossì. «Ehm... di preciso come fai a leggere nel pensiero?»

«È come captare una frequenza radio. Prima mi succedeva di continuo, anche se non volevo.»

«Prima?»

«Credo che si siano guastate le antenne.» Sul volto di V si dipinse un'espressione amareggiata, che gli affilò lo sguardo. «Però so da fonte sicura che la cosa si risolverà da sola.»

«E perché a un certo punto ha smesso di funzionare?»

« "Perché" è la tua parola preferita, eh?»

«Sono una scienziata.» «Lo so.» Lo disse in un sussurro sensuale, come se lei avesse appena detto che indossava un completino intimo molto sexy. «Il tuo cervello mi piace molto.»

Jane provò un gran piacere, poi però se ne pentì, e rimase un po' confusa.

Avvertendo l'intimo conflitto che la lacerava, V cambiò subito registro. «Prima riuscivo anche a prevedere il futuro.»

Jane si schiarì la gola. «Davvero? E in che modo?»

«Era un po' come nei sogni. Visoni oniriche senza un preciso ordine cronologico, solo eventi in ordine sparso. Ero specializzato nelle morti.»

Nelle morti? «Nelle morti?»

«Sì, so come moriranno tutti i miei fratelli. Ma non so quando.»

«Cristo.... santo. Dev'essere...»

«Ma conosco anche altri trucchi.» V alzò la mano guantata. «C'è questa, per esempio.»

«Volevo già chiedertelo. Ha messo KO una delle mie infermiere quando sei arrivato al pronto soccorso. Ti stava togliendo il guanto ed è crollata di schianto, neanche l'avesse colpita un fulmine.»

«Ero svenuto quando è successo, giusto?»

«Eri esanime, sì.»

«Allora dev'essere per questo che se l'è cavata. Questo piccolo lascito da parte di mia madre non perdona, è letale.» Strinse il pugno con forza. «E adesso pretende di decidere anche del mio futuro», disse con voce dura.

«Com'è possibile?» V non rispose. Un sesto senso le suggerì la risposta, «Lasciami indovinare, un matrimonio combinato?»

«Matrimoni, al plurale. Per così dire.»

Jane trasalì. Il futuro di V non aveva alcun peso nel quadro della sua vita, ma per qualche motivo l'idea che diventasse il marito di un'altra - il marito di diverse altre - le dava il voltastomaco.

«Ehm... quante mogli sarebbero?»

«Non mi va di parlarne, okay?»

«Okay.»

Una decina di minuti dopo, un anziano uomo in uniforme da maggiordomo inglese entrò spingendo un



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