Tempesta by Antonio Funiciello

Tempesta by Antonio Funiciello

autore:Antonio Funiciello [Funiciello, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-03-15T12:00:00+00:00


I socialisti

La grande storia del Partito socialista italiano e l’apprendistato di Matteotti. La mente poliedrica e critica di Claudio Treves e il suo duello con Mussolini. La barba di Giuseppe Emanuele Modigliani e il socialismo internazionale e pacifista. L’insegnamento di Filippo Turati: l’invenzione del socialismo riformista e lo scontro con Mosca.

Il Partito dei lavoratori italiani viene fondato a Genova, nella sede locale di un’associazione garibaldina, il 14 agosto del 1892. L’anno dopo, a Reggio Emilia, è rinominato Partito socialista dei lavoratori italiani. Nel 1895, a Parma, nel terzo congresso tenuto in clandestinità, assume il nome col quale passerà alla storia di Partito socialista italiano.

A dirla tutta, già nel 1872 era nata a Rimini la Federazione italiana dell’Associazione internazionale dei lavoratori, i cui attivisti si faranno notare per le prime proteste di stampo anarchico e socialista. La più celebre è quella dei monti del Matese – dove chi scrive è nato e cresciuto – quando l’8 aprile del 1877, sei anni dopo la Comune di Parigi, una trentina di rivoluzionari guidati da Carlo Cafiero ed Errico Malatesta arriva nel paesello di Letino, abitato da milletrecento contadini e allevatori a quasi mille metri sul livello del mare. Fatta irruzione in municipio, durante una seduta del consiglio comunale, dichiarano decaduto Vittorio Emanuele II e ne distruggono il ritratto ufficiale appeso nella sala al grido di «Soltanto il popolo è sovrano!». Subito dopo, nella piazza principale, allestiscono un falò alimentato da documenti e titoli di proprietà e dai registri fiscali e catastali. Non paghi, distruggono i contagiri meccanici dei mulini, essenziali per quantificare gli importi dovuti allo Stato per la tassa sul macinato. Tutto questo col sostegno e il calore dei letinesi. Dopo aver instaurato una specie di repubblica popolare comunarda, gli anarco-socialisti guidati da Cafiero e Malatesta si spostano a Gallo, paese confinante a nemmeno un’ora di cammino a piedi, per replicare lo spartito.

Il consenso che i rivoluzionari incontrano non è casuale: su quelle montagne sono ancora attive le bande dei briganti che provano a opporsi alle politiche dei governi di casa Savoia imposte al Mezzogiorno, finendo carcerati o massacrati. C’è un legame, insomma, tra il favore popolare che gli internazionalisti di Cafiero e Malatesta riscuotono sugli appennini matesini e le proteste coeve dei cosiddetti briganti. Quel tipo di legame che muove dai valori più elementari della dignità umana, anzitutto il desiderio di eguaglianza, e si suggella quando si condividono stenti e miseria. A questa piccola rivoluzione anarcosocialista sono dedicate poche righe nei manuali di storia, ma dalle parti del Matese il ricordo è ancora abbastanza vivo. Per conto mio, sono sempre andato molto fiero della faccenda, anche se la sollevazione di Letino e Gallo naturalmente non era destinata ad avere successo. Quattro giorni dopo l’arrivo a Gallo, l’esercito rimette ordine nella zona e arresta i rivoluzionari, che saranno processati l’anno dopo dal tribunale di Benevento, ma tutti assolti dalle imputazioni di sovversione.

Per quel che riguarda la storia che si racconta in questo libro, Giacomo Matteotti, nato otto anni dopo i fatti della Banda del Matese, si iscrive al Partito socialista italiano nel 1898, a soli tredici anni.



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