Sorelle. Una storia di Sara by Maurizio de Giovanni

autore:Maurizio de Giovanni
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Giallo
ISBN: 9788831811699
editore: Rizzoli
pubblicato: 2023-05-02T12:00:00+00:00

XX

La porta si aprì e la ragazza entrò.

Il dottore stava leggendo un verbale, la matita in mano per segnare note a margine o sottolineare. Era di quelli che seguivano il vecchio metodo, stampare il documento e maneggiarlo, per poi archiviarlo in uno dei capaci raccoglitori alle sue spalle.

Un modo antiquato di gestire le cose, se ne rendeva conto; colleghi anche più anziani di lui, nelle stanze di quel tentacolare sotterraneo che sembrava un monumento alla burocrazia, si erano adeguati alla modernità dell’informatica, più comoda e veloce. Ma aveva visto dischi fissi saltare e sbalzi di tensione causare danni irreparabili, e non voleva fare la fine di un paio di funzionari che avevano perso l’archivio e si erano ridotti a piangenti ragazzini smarriti.

Poi c’era la questione del controllo. Era convinto che la fissazione del passaggio al digitale fosse solo una scusa per spiare meglio ciò che ognuno faceva nel proprio ufficio. Ragion per cui no, grazie, lui continuava a stampare i rapporti e ad annotarli a mano. Dopodiché immetteva in rete quello che era necessario, ma l’originale lo conservava come aveva sempre fatto. I tempi potevano cambiare, d’accordo: ma non tutte le novità significavano miglioramento.

Alzò lo sguardo al di sopra delle lenti, la matita a mezz’aria, e fissò la giovane che si era fatta avanti fino alla scrivania. Non la conosceva. Disse, atono:

«Non mi pare di aver sentito bussare».

La ragazza sorrise, come di fronte a una battuta di spirito. Era robusta e non molto alta, capelli rossi e grandi occhiali che la rendevano ancora più giovanile, inquadrando pupille verdi colme di ingenua curiosità.

«Ah, mi scusi, dottore. Ci hanno detto che abbiamo libero accesso a tutti gli uffici della struttura, e temo di aver interpretato l’indicazione in modo un po’… estensivo. Se vuole esco e busso, però. Non voglio fare la figura della maleducata.»

Quindi erano questi, pensò il dottore. Una squadra ristretta di ragazzotti carichi di master e voti altissimi, incamerati per ringiovanire le strutture ma di cui si diceva che fossero un ispettorato politico, organizzato per far fuori i dinosauri.

Disse, freddo:

«Mi pare chiaro che lei sappia chi sono io, mentre io non so chi sia lei. Un vantaggio eccessivo, non crede?».

La ragazza sedette, continuando a guardarsi attorno come una bambina in un luna park.

«Lo sarebbe se fossimo in competizione, dottore.»

L’uomo sbatté le palpebre. Non aveva variato di un millimetro la posizione, inclusa la matita a mezz’aria.

«Mi scusi, non ho capito.»

La giovane rise, squillante:

«Intendevo: sarei in vantaggio se questa fosse una gara, ma non lo è. Siamo tutti e due dalla stessa parte, no, dottore? Io comunque mi chiamo Bianco, e faccio parte dell’Unità di esame interno per il rinnovamento delle strutture. Come saprà, i miei colleghi e io siamo stati assunti per provare a eliminare alcuni passaggi burocratici che rendono il lavoro più lento e bisognoso di risorse, che potrebbero essere destinate più utilmente altrove se liberate da…».

Il dottore disse, piano:

«Tagliatori di teste, si chiamavano ai miei tempi. Molto chiaro, signorina. E mi dica, come posso aiutarla nel suo compito di… eliminare i passaggi burocratici?».

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