Simonson Helen - 2010 - Una passione tranquilla by Simonson Helen

Simonson Helen - 2010 - Una passione tranquilla by Simonson Helen

autore:Simonson Helen [Simonson Helen]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858503355
Google: xatznESVvHMC
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2011-04-25T22:00:00+00:00


14

«A che serve quest’affare di plastica?» chiese George porgendo al maggiore un disco dall’intaglio intricato, incluso nel kit dell’aquilone acquistato appositamente per la spedizione pomeridiana.

«Dev’essere un pezzo dell’imballo» disse il maggiore improvvisando alla grande, visto che le istruzioni erano in cinese. L’aquilone da poco prezzo, verde e rosso, gli si agitò contro la mano. Rilasciò il blocco rudimentale sulla spoletta e lo porse a George. «Pronto a farlo alzare?»

George prese la spoletta e cominciò a camminare all’indietro, allontanandosi dal maggiore attraverso l’erba che i conigli mantenevano rasata. Il parco, affollato di famiglie in quella domenica soleggiata, occupava la sommità dell’ampio rilievo a ovest della città. Ottimo per gli aquiloni, non lo era altrettanto per i palloni, molti dei quali in quel momento stavano rotolando verso il basso nel punto in cui il pendio si inabissava bruscamente, da una parte verso la superficie argillosa del weald e dall’altra verso le scogliere a picco. Cartelli avvertivano i visitatori che la parete bianca di gesso tendeva a sgretolarsi per l’azione del mare e del tempo. Minuscole croci e mazzolini di fiori appassiti erano un riferimento più criptico alle molte persone che ogni anno sceglievano quel punto per gettarsi verso la morte sulle rocce frastagliate sottostanti. Ogni madre nel parco sembrava avvertire il bisogno di gridare ai propri figli di tenersi lontani dal pericolo. Creavano un coro di sottofondo più rumoroso del fragore del mare.

«Eddie, sta’ lontano dal bordo!» gridò una donna da una panchina lì vicino. Suo figlio roteava le braccia come le pale di un mulino mentre inseguiva un cagnolino. «Eddie, non farmelo ripetere.» Però non si dava la pena di alzarsi dalla panchina, dove stava divorando un grosso sandwich.

«Se hanno tanta paura per i loro bambini, perché mai insistono a venire qui?» chiese il maggiore porgendo alla signora Ali l’aquilone da lanciare. «George, sei pronto?»

«Pronto!» disse George, e la signora Ali lanciò l’aquilone, che rimase per un attimo a fluttuare nell’aria per poi, con immensa soddisfazione del maggiore, innalzarsi nel cielo.

«Ecco, così!» gridò il maggiore mentre George correva all’indietro srotolando il filo. «Più filo, George, dagli più filo!»

«Non allontanarti troppo, George!» urlò Mrs Ali, improvvisamente in ansia.

Poi si tappò la bocca con una mano e si voltò verso il maggiore, gli occhi sgranati in segno di scusa.

«Anche lei!» disse il maggiore.

«Temo che sia uno stratagemma della natura» disse con una risata. «Il legame universale tra tutte le donne e i bambini affidati alle loro cure.»

«Più che altro isterismo collettivo» disse il maggiore. «Ci sono centinaia di metri da qui al bordo.»

«Non la disturba nemmeno un po’?» chiese la signora Ali, osservando la superficie liscia dell’erba che si estendeva fino all’improvviso strapiombo. «Ho quasi la sensazione di sentire la terra che mi gira sotto i piedi.»

«È quello il suo fascino» disse il maggiore. «Attira la gente.» Guardò in direzione del precipizio erboso e dell’enorme catino di cielo e mare e cercò una citazione appropriata.

«Libera da importune siepi o cinte

semiselvaggia eppure sottomessa

l’erba saggia la bianca scogliera ammanta

come alla venuta dei Romani.»

«Immagino che anche le matrone romane gridassero ai loro figli di stare attenti» disse la signora Ali.



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