Scuola di classe (Italian Edition) by Roberto Contessi

Scuola di classe (Italian Edition) by Roberto Contessi

autore:Roberto Contessi [Contessi, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B01LLBV7BM
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2016-09-08T00:00:00+00:00


La distanza dagli altri paesi

Il primo indicatore proviene dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che ha promosso una serie di indagini al fine di valutare le capacità cognitive e pragmatiche di ragazze e ragazzi quindicenni nei sistemi scolastici di Stati e culture molto differenti tra loro. Il progetto – che abbiamo già citato – si chiama Pisa (Programme for International Student Assessment) e all’ultima tornata, nel 2012, per ogni scuola coinvolta hanno partecipato al massimo 42 studenti, scelti in maniera assolutamente casuale, che hanno costituito una rappresentanza statisticamente rilevante della popolazione scolastica del paese sotto esame. Per l’Italia, sempre nel 2012, l’Ocse ha valutato circa 38.000 studenti, suddivisi in quasi 1.200 scuole.

L’indagine mette in evidenza, se ancora ce ne fosse bisogno, la grande ferita di una formazione tipica del nostro paese, fondata essenzialmente su un bagaglio di conoscenze e non su competenze e abilità: i nostri studenti, quando sanno, hanno difficoltà ad applicare le loro conoscenze. In questo senso, i risultati trattano la nostra scuola abbastanza severamente e collocano la generazione dei quindicenni al trentatreesimo posto11 in matematica e al trentaduesimo in italiano e scienze, dietro Germania, Inghilterra e Francia – ma davanti a Spagna, Portogallo e Grecia. I vertici mondiali sono saldamente occupati dall’area asiatica (Shanghai-Cina, Singapore, Hong Kong-Cina, Corea, Giappone), ovvero dai cosiddetti paesi partner dell’indagine, mentre nella zona Europa sono in testa i ragazzi che frequentano le scuole finlandesi, benché la serie storica mostri che l’area scandinava è in flessione. Quali sono le nazioni emergenti? La Svizzera, i Paesi Bassi e la sorprendente Polonia, autrice di una scalata repentina in molti settori, compreso quello scolastico.

I nostri giovani non sono i soli a manifestare performance basse: in difficoltà, ad esempio, è il sistema formativo statunitense (al trentacinquesimo posto in matematica), sfatando l’assunto che l’investimento di ingenti cifre generi degli studenti di eccellenza. Se in generale è vero che il risultato è legato a quanto si spende in istruzione, e dunque che i paesi che investono di più ottengono risultati migliori, è anche vero che gli Stati Uniti sono un esempio di come si possano spendere male un sacco di quattrini, mentre i risultati sorprendenti del Vietnam sono la prova di come il prestigio dell’istituzione scolastica possa fare la differenza, a prescindere proprio dal denaro speso. È poi discutibile se la ricchezza media pro capite dei cittadini di uno Stato sia causa o conseguenza dell’andamento scolastico: se è vero che nei paesi più ricchi maggiori investimenti nella scuola migliorano il sistema di istruzione, è anche vero che un’istruzione che ottiene risultati migliori crea nuova ricchezza, come è avvenuto nell’area del Sud-Est asiatico, che nell’ultimo decennio è stata un motore di sviluppo.

Va detto che i valori numerici che descrivono i comportamenti sociali continuano ad essere al centro di un dibattito molto acceso, perché le indagini Ocse-Pisa ovviamente hanno alle loro spalle una serie di presupposti di peso rilevante rispetto a cosa sia l’intelligenza e a come possa essere valutata. L’intelligenza, secondo i curatori dell’indagine, non risiede tanto



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