Reding Jaclyn - 1996 - L'ospite misteriosa by Reding Jaclyn

Reding Jaclyn - 1996 - L'ospite misteriosa by Reding Jaclyn

autore:Reding Jaclyn [Reding Jaclyn]
La lingua: ita
Format: epub
editore: MONDADORI
pubblicato: 1997-05-11T22:00:00+00:00


16

Adamley guardò Dante, sbigottito. Non disse nulla, non una sola parola. La sedia cigolò mentre il marchese si alzava in piedi e si dirigeva verso la finestra. Per un breve istante rimase là, voltando la schiena a Dante. Il piccolo orologio di ottone sulla scrivania ticchettava nel silenzio della stanza. Fuori dalla finestra si sentì passare una carrozza. Dante aspettò.

Non dovette aspettare a lungo.

Il marchese si voltò, posò le mani aperte sul piano della scrivania e imprecò a gran voce. — Dannazione a voi, Morgan! Dannazione, dannazione e dannazione! E che sia maledetta quella vostra dannata protervia che vi fa pensare che io possa mai prendere in considerazione un'idea così assurda. Ma chi credete di essere? Ve lo dico io chi siete! Siete il conte di Morgan, il Grande Seduttore, un uomo che ha rovinato innumerevoli donne. Vi illudete forse che in quei tre anni in cui siete stato assente dalla Corte la gente abbia dimenticato la vostra fama? La mia Gillian sposata con voi? Preferirei vederle passare il resto dei suoi giorni da zitella piuttosto che condannarla alla vita che le toccherebbe se diventasse vostra moglie. Farvi sposare mia figlia? Dovete proprio ritenermi un idiota, Morgan!

Dante ignorò quelle parole offensive e gli insulti a lui e ai suoi antenati, con cui l’altro proseguiva nella sua sfuriata. La voce del marchese adesso rimbombava in tutta la stanza con fragore di tuono.

— Non siete uno stupido, Morgan. Senza dubbio non ignorate che con il matrimonio Gillian porterebbe con sé una dote considerevole. Adesso capisco perché avete rifiutato le ventimila sterline che vi offrivo per liberarmi di voi. State semplicemente temporeggiando nella speranza di guadagnare molto di più.

Dante riusciva a stento a contenere la rabbia. Aveva molti difetti, certo, e tra questi anche l’arroganza. Ma non era certo a caccia del patrimonio di un’ereditiera. Così inspirò profondamente, espirò con calma e parlò in un tono di voce basso e controllato che attirò immediatamente l'attenzione del marchese: — Non chiederei nessuna dote da voi, milord, non ne ho bisogno. Anzi, sarei disposto a rilasciarvi la somma di ventimila sterline, una dote alla rovescia, se volete, se voi acconsentiste al matrimonio.

— Così non è il denaro che ti interessa, eh, ragazzo? Credi invece di comprarti una nuova rispettabilità in questo modo, eh, Morgan? Bene, puoi tenertele, le tue ventimila sterline. Trovati un altro idiota. Io non mi lascio corrompere, né ho intenzione di permetterti di usare la mia Gillian per guadagnarti un posto nella buona società. Avresti potuto farlo quando è morto tuo padre. Avresti dovuto assumere il titolo che ti spettava, smetterla di fare lo scavezzacollo, e sistemarti come abbiamo fatto tutti noi. Avevi l'opportunità di mostrare chi fossi. Avremmo dimenticato i tuoi trascorsi di gioventù. Eppure anche allora non hai voluto ravvederti. Ti sei dato da fare in tutte le direzioni, fino a che hai davvero superato ogni limite. Ti sei persino immischiato nelle faccende del tuo sovrano e della sua amante, e finalmente è arrivato anche per te il momento della resa dei conti.



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