L'odio dei poveri by Roberto Ciccarelli

L'odio dei poveri by Roberto Ciccarelli

autore:Roberto Ciccarelli [Ciccarelli, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Ponte alle Grazie


Polizia ed emancipazione

Il beneficiario di un «reddito minimo» è considerato un «caso» e acquisisce una nuova identità sociale, quella di un individuo bisognoso le cui «competenze» vanno «riqualificate» (reskilling) e/o «migliorate potenziandole» (upskilling). Le «competenze» in questione sono rappresentate come unità mobili e permeabili che compongono il carattere e l’esperienza di un soggetto, sono qualità come il sapere fare, relazioni, esperienze umane, sociali e professionali e quantità da misurare e gestire come un paniere di merci (saperi, conoscenze, abilità, esperienze da mettere nel curriculum). Tutto questo è oggetto dell’analisi, o diagnosi, del «caso»: caso umano, caso sociale, caso patologico, caso malato. In tutte le accezioni possibili essere un caso significa essere etichettati con un’identità negativa. L’operazione di etichettamento del caso avviene in più fasi: profilazione, valutazione, monitoraggio e chiusura del caso. Questo è un lavoro orientato alla ricognizione degli scacchi subiti nel corso di una biografia spezzata che costituisce l’unica moneta di scambio per accedere a un diritto ed essere «riabilitati».71

La gestione del caso – il case management – è un’attività continua di verifica delle abilità, capacità e conoscenze acquisite in un percorso che deve riportare il soggetto a «investire su se stesso».72 Per farlo deve maturare le cosiddette soft skills con le quali si misura l’«affidabilità» rispetto a un impegno socio-lavorativo o anche a una regola morale: l’osservanza dei tempi, la flessibilità e l’adattabilità ai limiti e alle mansioni, il lavoro di squadra, per esempio. Lo scopo della verifica è duplice: da un lato, adeguare i comportamenti alla soddisfazione degli obiettivi prestabiliti da un’istituzione o da un datore di lavoro; dall’altro lato, indirizzare l’individuo verso un obiettivo che non risponde solo a un lavoro specifico, ma a una norma di comportamento sociale. Si presume che l’interiorizzazione di tale norma da parte del beneficiario di un programma di inclusione sociale, gestita attraverso le piattaforme digitali di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, permetta al soggetto di tornare a esercitare la propria cittadinanza. Così facendo dovrebbe riconnettersi all’ideale che ispira le politiche attive del lavoro: la costruzione del Sé al fine di (ri)diventare protagonisti del proprio sviluppo personale,73 padroni della capacità di autogestione sul mercato del lavoro considerato tramite esclusivo della partecipazione alla società.

La presa in carico di un caso implica la trasformazione dello statuto dell’individuo in un un altro soggetto spinto in maniera incessante verso l’investimento, l’auto-apprezzamento e l’attività speculativa sulle proprie «competenze» di «capitale umano».74 Dal punto di vista dello Stato, questa operazione è l’attestazione dell’esistenza di un problema di sicurezza sociale e di sicurezza pubblica. L’esistenza della disoccupazione, e della povertà, è «un potenziale rischio per la sicurezza»75 ma anche una possibilità di emancipazione nel caso in cui l’individuo accetta di diventare un caso e di realizzare una vita a progetto.

L’attività del case management è uno degli esiti del managerial turn nelle politiche pubbliche (new public management) e della trasformazione manageriale della politica, del lavoro e della società.76 Per spiegare il senso di questa attività prendiamo un caso che ha fatto discutere in Italia. Tra il 2019



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