L'invasione by Paolo Piccirillo

L'invasione by Paolo Piccirillo

autore:Paolo Piccirillo [Piccirillo, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango Libri
pubblicato: 2024-01-25T23:00:00+00:00


11

I camion dell’Unieuro entrano in paese lenti come carrarmati. I vetri dei conducenti sono oscurati. I camion danno perciò la sensazione di avanzare da soli e di non volersi fermare mai. Invece il primo della fila frena davanti a un ristorante. Poco dopo, scende il conducente, rassicurando chi dalle finestre si era spaventato: gli occhi della bestia non sono vuoti, a guidarla c’è un uomo bassino con una cartelletta in mano, dalla quale tira fuori dei fogli su cui il proprietario del ristorante mette una firma.

Le grosse ali d’acciaio del camion si aprono emettendo un cigolio possente, simile al lamento di un gigante ferito. Dentro c’è una decina di enormi frigoriferi, di quelli che si usano per congelare grandi quantitativi di cibo.

Trattorie, case private, bar, più piccoli o più grandi, il vecchio pub ormai bistrattato dai giovani, i due ristoranti e persino un tabaccaio: nessuna attività di Ferrizzano si è tirata indietro. In molti, hanno acquistato un freezer.

Agli uomini con la cartelletta è stato espressamente chiesto di non fare domande. E loro non le hanno fatte. Però quando l’ultimo camion è impegnato per l’ultima consegna, l’ultimo uomo con la cartelletta guarda davvero interrogativo i suoi colleghi: l’ultima consegna è al cimitero.

“Ci devo congelare i fiori quando viene la stagione”, risponde il custode mentre mette la firma.

L’altro solleva le spalle e la cartelletta: lui non aveva chiesto nulla.

Il problema però è che, quando i camion se ne vanno e lui inserisce la spina del frigorifero nella presa, si rende conto che il motore era già caldo. Il custode allora accarezza con la lingua una soffiata bestemmia; si sente preso per il culo: proprio a lui doveva capitare il frigorifero usato?

Sta già per chiamare l’assistenza quando, per scrupolo, decide di aprire il portellone del frigorifero.

Dentro ci trova un ragazzo congelato. Ha la faccia piena di lividi, il sangue ghiacciato in testa e la gamba piegata sul petto. Troppo piegata.

Il custode scaraventa a terra il frigo e fa rotolare il ragazzo fuori da lì.

Le tombe stanno a pochi passi, ma non è ancora arrivato il momento di trovarne una libera, perché il cuore batte ancora.

Si tratta di Michele, il fratello di Eleonora.

Michele ha il volto così frantumato che, anche se adesso glielo hanno ripulito, sembra comunque sporco. Come se la terra, macchiata di sangue, gli si fosse infilata sotto la pelle, tanto scuri sono i lividi; la faccia poi è ancora molto rossa, dicono i medici che è perché il sangue non ha ancora iniziato a coagulare come dovrebbe.

La signora Lea non stacca neanche per un attimo gli occhi dal vetro che la separa da suo figlio. Manco in sala d’attesa si siede. Le gambe ormai sono diventate due tronchi; il pavimento appiccicoso dell’ospedale, la terra da cui non li sradicherà mai. Quando i dottori si rivolgono a lei, pure se devono darle una buona notizia, non sanno mai bene che parole usare, perché, per il momento che sta vivendo, belle notizie non esistono. Le hanno ucciso una figlia e



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