L'estate verticale by Chiara Sfregola

L'estate verticale by Chiara Sfregola

autore:Chiara Sfregola [Sfregola, Chiara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango Libri
pubblicato: 2023-11-08T23:00:00+00:00


V

Il mondo parallelo

“Se mi vedessi entrare in mare capiresti tutto di me”, mi dici.

Il bagno non lo facciamo mai, perché giriamo fuori stagione e allora Procida non è più Napoli fatta isola, non c’è bisogno di camminare contro i muri per schivare le macchine, non è necessario ammassarsi in spiaggia in mezzo a bambini grassi e madri tatuate. L’odore di fritto rimane una nota di fondo pallida e dolce, non si mescola più alla benzina, né alla crema solare, alla citronella, al profumo sintetico del bagnoschiuma che dopo il tramonto esce dalle finestre e precede lo sfrigolio d’aglio e olio nelle padelle, appena prima di cena. A ottobre Procida è un’isola deserta che percorriamo in motorino, mentre mi racconti che nel cortile del Vascello hai dato il tuo primo bacio, a quattordici anni, e ti sentivi vecchia.

“Tocchi”, mi dici, quando vuoi farmi assaggiare la pasta con le vongole al ristorante. Tutti i tuoi riferimenti sono marini, ma il tuo è il mare delle monache: sale che ti bagna trasportato dal vento, onde che si spaccano fragorose contro gli scogli ai piedi del monastero. Pesce cucinato, morto. Un mare guardato con sospetto, da osservare come fanno i gatti, girandoci intorno, a zampe asciutte.

Assaggio. La pasta sa di aglio e olio. Una pasta fessa, da ubriaconi. Mi spieghi che voi la pasta aglio e olio la chiamate pasta alle vongole fujute, che è come dire fuggite, scappate. Un ricordo di vongole, insomma. E infatti queste vongole si fanno ricordo già mentre le assaggio, con te, per la prima volta. Mangio. La bocca si riempie di spaghetti unti e profumati: un concetto di mare che non mi spaventa. Affondo la lingua e i denti nel boccone, assaporo, mando giù, annuisco.

Tocco. Ti brillano gli occhi: ho fatto come dici tu e sono anche contenta. Ti piace che si faccia come dici tu, quando hai le idee chiare. Ti piace quando faccio quello che dici tu, ti piace anche quando lo faccio tutto il giorno, sul set, ma non ti basta. Quello che vuoi è il possesso totale: dico le cose che scrivi tu, le dico come hai in mente tu, vestita con gli abiti che hai scelto tu per me fra tutte le proposte che ti hanno presentato. Mi hai fatto tagliare i capelli, senza fiatare, e adesso mangio quello che piace a te. La tua felicità è incarnata nella mia obbedienza, e dai confini della tua felicità io so che posso sbordare.

In realtà, a consegnarti completamente, sei tu. Fra me e te quella esposta sei tu. Io so cosa ti rende felice, so come fare a dartelo: me l’hai spiegato tu stessa, con pazienza, nel corso di lunghe riunioni e letture copione, mentre ti lamentavi che nessuno ti capiva.

Ho imparato a memoria cosa ti rende felice, e ora so come levarti questa felicità di dosso, pezzetto dopo pezzetto, boccone dopo boccone, fino a lasciarti completamente nuda. È stato questo potere che mi hai consegnato a inebriarmi. Mostrandomi i tuoi punti deboli mi hai insegnato come ammazzarti, ma non lo farò.



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