Le vendicatrici. Eva by Massimo Carlotto & Marco Videtta

Le vendicatrici. Eva by Massimo Carlotto & Marco Videtta

autore:Massimo Carlotto & Marco Videtta
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2013-06-22T22:00:00+00:00


Quattro

Due mesi dopo.

Per rimettersi in sesto nel minor tempo possibile, Sara aveva stilato con l’aiuto di Ksenia un ferreo programma di training che comprendeva due ore di allenamento di prima mattina: jogging sulla micidiale salita che da Trastevere porta al Gianicolo, quindi corsa ed esercizi a Villa Pamphilj. Per darsi la carica aveva compilato sul suo iPod quella che aveva denominato «la playlist della rabbia», una gragnuola di rap romano: Colle der Fomento, Circolo Vizioso, Brokenspeakers. Si faceva trascinare da parole di fuoco come: «Io voglio ’na pistola | […] la punto contro il sole poi vediamo se mi scalda ancora | la punto contro Roma […] | la mia pistola ci ha la rabbia nel caricatore | la mia pistola spara la mia pistola è immaginaria | la odio tanto quanto è necessaria».

Ne aveva bisogno soprattutto negli ultimi trecento metri in salita di via Garibaldi, quando ogni giuntura si metteva a cigolare come le sartie di una barca a vela e Sara immaginava di sgretolarsi in tanti pezzi, di sputare sul marciapiede il cuore che pulsava all’impazzata. Allora le parole di Coez dei Circolo Vizioso le davano la forza di arrivare in cima: «Riprendo fiato, mi siedo sopra i forse e poi mi chiedo che ho sbagliato […] | sole in faccia a una ragazza che sorride, penna e inchiostro, l’ago e il filo per cucire anche le tue ferite | è un’altra cicatrice, ce n’ho infinite nascoste sotto questa superficie…»

Poi si trasferiva in palestra accompagnata da Ksenia che, con l’inflessibilità di un allenatore sovietico, la costringeva a un’ora di esercizi per le braccia con pesi da un chilo e mezzo, addominali, flessioni, pertica e parete da free climbing.

Chiudeva la seduta mattutina con mezz’ora di kick boxing: Sara si piazzava al centro di quattro grossi sacchi pendenti dal soffitto e doveva colpire con un calcio o un pugno quello che Ksenia dall’esterno le muoveva contro.

La sera i dolori erano talmente forti che non riusciva nemmeno a rigirarsi nel letto e doveva dormire in posizione supina. Ma a poco a poco i muscoli profondi, ancora tonici, iniziarono ad avere la meglio sullo strato di adipe dovuto alla dieta alcolica degli ultimi mesi, e Sara cominciò a rinvigorirsi, a risvegliarsi dal torpore.

Una volta terminata la sessione mattutina, ingurgitava le «pozioni di Felix», sbobbe ricche di vitamine e integratori di cui solo il vecchio cubano conosceva il dosaggio. Eliminò il sale, sostituì lo zucchero con lo sciroppo d’agave e bevve acqua come un cammello.

Dopo un paio d’ore di riposo, aiutava Lourdes a fare i compiti prima di dedicarsi alla seduta pomeridiana a Villa Ada, dove poteva utilizzare un percorso ginnico all’aperto.

Dopo una lunga doccia calda e un massaggio delle mani esperte di Felix, si dedicava agli «esercizi dell’anima», che consistevano in intense conversazioni con Angelica alla quale finì per raccontare tutto ciò che le era accaduto, nel segreto della stanza buia.

«Butta fuori», le diceva Angelica mentre Sara versava fiumi di lacrime liberatorie.

La sera cenava sotto la supervisione di Felix e andava a



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