La strabiliante avventura della ragazza che inseguiva il tempo by Kate Gilby Smith

La strabiliante avventura della ragazza che inseguiva il tempo by Kate Gilby Smith

autore:Kate Gilby Smith [Smith,Kate Gilby]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-04-13T00:00:00+00:00


Capitolo dodici

Il castello di sabbia lungo il fiume

Si prepararono subito per andare all’Accademia del Tempo. Gerty mise in terra un piattino di cibo per Mrs Puff, che ignorò stizzosa l’offerta. Mentre stavano per uscire, quella palla di pelo si infilò per protesta tra i piedi di Alex e attaccò a miagolare forte mentre uscivano dalla porta d’ingresso.

Di nuovo nelle strade trafficate della città, Alex si sentì più al sicuro del giorno prima, quando temeva che qualcuno si accorgesse che fosse un’estranea. Ignorava, in quel momento, che erano tutti troppo assorbiti dai loro pensieri per accorgersi di qualcun altro. E sapendo ora del microchip nel cervello delle persone, le cose che vedeva avevano molto più senso. Le persone le passavano accanto parlando tranquillamente da sole. Altre si muovevano in silenzio, apparentemente ignare di ciò che le circondava, schivando come robot gli ostacoli lungo la via.

Non doveva nemmeno far attenzione alle automobili; da che era arrivata, non ne aveva vista nemmeno una. Gran parte delle strade erano sprovviste di marciapiedi. Le persone viaggiavano invece su macchine simili a biciclette, con sellino, manubrio e pedali, ma con il telaio blu ghiaccio e dei dischi di acciaio sfavillante al posto delle ruote. Per il modo in cui quei telai vitrei luccicavano al sole, ad Alex sembravano scolpite nel ghiaccio. Queste biciclette sfrecciavano lievi nelle strade a velocità incredibili, anche se il conducente pedalava lento e pigro come se fosse a una gita domenicale. Come per miracolo, i ciclisti serpeggiavano tra i pedoni senza investirne mai uno. Era come se le biciclette avvertissero la presenza dei pedoni e li evitassero. Prima di arrivare nel futuro, Alex l’avrebbe trovata un’idea sciocca, ma adesso poteva credere a qualunque cosa.

“Si chiamano Cy-clette,” disse Gerty.

“Ciclette?” ripeté Alex. “Come biciclette?”

“No. Cy-clette. Cy sta per cyborg perché si connettono al nostro cervello. Quando posso, preferisco andare a piedi, ma ci sbrigheremo prima se ne prendiamo una. E il tempo è essenziale…”

Alex non avrebbe potuto acconsentire più velocemente. Gerty disse che potevano usare qualunque Cy-cletta disponibile. E, neanche a dirlo, ne trovarono subito una parcheggiata su di un albero. Dovettero condividerla; come ogni cosa in quella città, spiegò Gerty, la Cy-cletta, per funzionare, doveva connettersi al microchip della persona. Altrimenti non sarebbe andata da nessuna parte.

Alex pensò che Gerty fosse davvero buffa seduta sulla bici, con il vestito verde che le arrivava quasi ai pedali. Faticarono un po’ a trovare posto entrambe sul sellino, ma in qualche modo ci riuscirono. Alex si reggeva forte alle spalle di Gerty.

“Sei… pronta?” rimbombò la voce di Gerty.

“Credo di sì!” squittì Alex in risposta.

Non fece nemmeno in tempo a esserne sicura che erano già partite. Era meraviglioso correre per le strade della città con i capelli al vento. Sfrecciavano intorno agli alberi e prendevano curve così strette da inclinarsi fino a rasentare il suolo. Una volta fecero addirittura un’impennata per evitare di investire un gatto. Se Alex non avesse saputo come stavano davvero le cose, avrebbe pensato che Gerty fosse un’acrobata di professione.

“Ma come hai fatto?” le gridò Alex dopo un salto particolarmente impressionante.



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