La povert in Italia by unknow

autore:unknow
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sociologia, Saggi
ISBN: 9788815371249
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2022-07-15T00:00:00+00:00

1.2. I lavoratori poveri in Italia: un fenomeno di lungo periodo cresciuto drasticamente con la crisi finanziaria

Come si è già avuto modo di osservare nei capitoli iniziali, storicamente la povertà (familiare) nonostante il lavoro è stata un fenomeno particolarmente significativo in Italia, come negli altri paesi mediterranei. L’incidenza di working poor all’inizio della crisi era già più alta in Italia (con Grecia e Spagna) rispetto ad altri paesi europei come Germania, Francia e Regno Unito (vedi fig. 5.1). L’incidenza è cresciuta in modo significativo a causa della crisi del 2008, similmente a quanto accaduto in Spagna e Portogallo (non presenti nella figura). Anche se l’incremento nel Regno Unito è stato maggiore, il livello è rimasto inferiore che in Italia. Peraltro, si tratta di dati sottostimati, come ha osservato, tra gli altri il Gruppo di lavoro sugli interventi e sulle misure di contrasto alla povertà lavorativa in Italia [2021]. Eurostat, infatti, considera solo coloro che hanno lavorato almeno sette mesi nell’anno. Se si includessero coloro che, definendosi lavoratori, hanno lavorato almeno un mese, le percentuali salirebbero in modo significativo.

Come altrove, in Italia la crisi del 2008, a differenza di quanto avvenuto con la crisi pandemica durante la quale sono state soprattutto le donne, insieme ai giovani di entrambi i sessi, a perdere il lavoro, aveva colpito soprattutto i lavoratori maschi nell’industria. Aveva incrementato, quindi, sia la disoccupazione che l’inattività maschile, e diminuito al contempo gli straordinari e, in alcuni casi, le ore lavorate, perciò anche il salario. La diminuzione dell’occupazione era stata accompagnata da una crescita delle ore di Cassa integrazione. Secondo il database INPS, il numero di ore di Cassa integrazione nel settore industriale ha raggiunto valori mai registrati in precedenza, superando anche i livelli osservati durante i processi di ristrutturazione aziendale negli anni Ottanta e Novanta [Pugliese e Rebeggiani 1997; Morlicchio e Pirone 2015]. La Cassa integrazione ha contenuto le conseguenze sociali e occupazionali della crisi in quanto, diversamente dai sussidi di disoccupazione, ha consentito di conservare il posto di lavoro e il diritto a tornarvi al termine della crisi. Ma questo vantaggio è stato ottenuto a costo di un calo significativo del reddito[3], così come di una limitazione della possibilità di accedere al credito. Le condizioni delle famiglie con lavoratori in Cassa integrazione possono essere molto diverse, ma in generale l’impatto è stato economicamente piuttosto significativo. Per esempio, nel solo 2014, in base a quanto dichiarato dall’INPS, il numero di ore di Cassa integrazione è stato equivalente a circa 530.000 lavoratori a zero ore, che corrispondono a una diminuzione media del reddito annuale netto pro capite di circa 8.000 € [Morlicchio e Pirone 2015]. Il rischio di essere un lavoratore povero e di vivere in una famiglia di lavoratori poveri è cresciuto perché i lavoratori vittime di licenziamento o messi in Cassa integrazione (soprattutto maschi) erano spesso l’unico o il principale percettore di reddito del nucleo familiare. Un fenomeno analogo è avvenuto con la crisi pandemica.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.