La mia storia italiana by Gianfranco Librandi

La mia storia italiana by Gianfranco Librandi

autore:Gianfranco Librandi [Librandi, Gianfranco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2024-04-02T12:00:00+00:00


Il volo imprenditoriale

Mi ricordo ancora il silenzio che c’era dall’altra parte della cornetta. Un silenzio totalmente sconcertato.

«Pronto? Giancarlo, mi hai sentito?»

Ero a Lille, in Francia, e stavo chiamando da una cabina telefonica. Ero troppo impaziente per riuscire ad aspettare fino al rientro nell’albergo e allora non erano ancora d’uso i cellulari. Avevo preso, a sorpresa anche per me, un primo grosso ordine di antenne. Giancarlo Ferrario mi aveva risposto dall’ufficio che aveva nella ITC, allora una piccola azienda con quattro dipendenti in tutto. Quella che vendeva sulle seicento antenne all’anno. Lo stavo aiutando, come avevamo concordato, a promuovere all’estero i suoi prodotti, in compenso lui avrebbe fabbricato per me i trasformatori.

«Mi puoi ripetere, Gianfranco?» mi disse finalmente, con una voce traballante.

«Trentamila antenne da consegnare appena possibile, e arriviamo a centomila in due anni» ridissi quello che gli avevo appena comunicato.

Un’azienda francese che non avevo nemmeno corteggiato più di quel tanto, mi aveva appena staccato un ordine veramente alto. Immagino lo shock di Giancarlo, giù a Saronno, nel suo piccolo ufficio, con quei quattro dipendenti, tre macchinari e un piccolo magazzino. I pezzi iniziali che chiedevano i francesi corrispondevano a ben cinquant’anni della produzione della TCI di quei tempi.

«Non è uno scherzo?» mi chiese la voce di Giancarlo.

Non lo era per niente.

«È che noi non siamo assolutamente attrezzati per questi volumi…»

Lo sapevo benissimo. Ma l’accordo era: io vendevo le sue antenne all’estero e lui produceva i miei trasformatori. Stavo solo facendo la mia parte molto seriamente.

«Certo che non lo siete. Però tu volevi espanderti. Se lo vuoi ancora, questa è la tua occasione. La prendi al volo o la lasci.»

Ci fu un altro silenzio in viaggio dall’Italia alla mia cabina telefonica. Una lunga, lunga pausa mentre sentivo la sue dita digitare qualcosa, forse erano i tasti di una calcolatrice. Comprendevo bene il momento di spiazzamento e anche il legittimo attimo di titubanza. Era una bella notizia, quella che gli avevo dato, ma gli chiedeva di essere pronto a un grande cambiamento. E questo come prima cosa ti scombussola la giornata. Diventa tutto caotico.

«Non siamo attrezzati però ci attrezzeremo. Ci sarà da stravolgere tutto, assumere gente. Ma non voglio perdere questa occasione. Gianfranco. Grazie. Chi se lo aspettava?» gli era tornato il vigore nella voce. «Ci possiamo fidare di questa azienda?»

«Sì, tanto più ti fa subito una lettera di credito per i primi trentamila pezzi. Devi solo preparare una fattura proforma con tutti i dati e i dettagli.»

Quella è stata la fattura proforma più difficile da fare della storia del mondo, complice sempre lo spiazzamento e anche il fatto che nelle sue poche vendite fino ad allora, la TCI non ne aveva mai fatta una e non aveva mai nemmeno esportato. All’epoca in ufficio lì da Giancarlo, c’era anche Beatrice, che ancora oggi lavora con me. Ogni tanto ci ricordiamo di quel giorno, di quel trambusto, e ci viene da ridere. Persino nella piccola filiale bancaria alla quale si appoggiava la TCI allora, ci fu un certo rimescolamento quel dì. L’entità di quell’ordine mise in crisi anche loro.



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