La Funesta Finestra - Una Serie di Sfortunati Eventi n 3 by Lemony Snicket

autore:Lemony Snicket
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Salani
pubblicato: 2015-03-25T23:00:00+00:00

C A P I T O L O

Nono

Il servizio postale degli Stati Uniti ha un motto: 'né pioggia né neve né tempeste dovranno mai impedire che la posta venga distribuita regolarmente'. In altre parole, anche quando il tempo fa schifo e il postino vorrebbe con tutto il cuore starsene chiuso in casa a bersi qualcosa di caldo, deve invece imbacuccarsi fino alle orecchie, trascinarsi fuori e consegnare ai debiti indirizzi lettere, bigliettini, bollette e quel che altro potrà essere.

Gli orfani Baudelaire rimasero sgomenti nello scoprire che non ci si poteva aspettare niente del genere dal Traghetto Trabiccolo. Avevano percorso con enorme difficoltà, vacillando e scivolando, la lunga strada — ormai ridotta quasi un fiume — dalla cima del picco giù fino al lago. Vento e pioggia diventavano sempre più violenti e facevano di tutto per strapparli da terra e scaraventarli nelle acque tempestose del lago.

Scappando di casa, Violet e Sunny non avevano avuto il tempo di prendere i loro cappotti, quindi i tre ragazzi si scambiavano a turno quello di Klaus. Un paio di volte passò una macchina, e dovettero nascondersi in fretta tra i cespugli fradici, temendo che sulla macchina ci fosse il Capitano Sham venuto a riacchiapparli. Quando finalmente arrivarono all'Imbarcadero di Damocle, battendo i denti, con i piedi così gelati che non erano sicuri di possederne ancora le dita, e dietro il vetro della biglietteria del Traghetto Trabiccolo videro appeso un cartello con la scritta 'Chiuso', si sentirono sul punto di mollare le armi.

«Chiuso!» gridò Klaus con tutta la voce che aveva in corpo, urlando un po' per la disperazione,

un po' per farsi sentire sopra il fracasso del Ciclone Celestino. «E adesso come facciamo ad arrivare alla Grotta Gridona?»

«Dovremo aspettare che apra».

«Ma non aprirà finché non è passato il ciclone, e prima di allora il Capitano Sham ci avrà riacciuffati e portati chissà dove. Dobbiamo ritrovare zia Josephine il più presto possibile».

«E come fare?» obiettò Violet, sempre tra un brivido e l'altro. «L'atlante dice che la grotta è dall'altra parte del lago e certo non possiamo andarci a nuoto, con questo tempo».

«Entro!» strillò Sunny, e i suoi fratelli capirono che voleva dire qualcosa tipo «e nemmeno abbiamo il tempo per fare il giro del lago a piedi».

«Ma sul lago ci dovranno pur essere altre imbarcazioni oltre al traghetto» rifletté Klaus. «Motoscafi, pescherecci, barche…» Qui si interruppe, guardò le sorelle, le sorelle guardarono lui, e fu chiaro che a tutti e tre era venuta la stessa idea.

«Barche a vela» concluse Violet. «Le barche a vela che il Capitano Sham dà a nolo. Ha detto che le tiene vicino all'Imbarcadero di Damocle».

Al riparo sotto il tendone della biglietteria, gli orfani aguzzarono lo sguardo e all'estremità dell'imbarcadero deserto videro un cancello di ferro, molto alto e con in cima lance aguzze di metallo lucido. Appeso alle sbarre del cancello c'era un cartello con parole che non riuscirono a decifrare, e subito lì accanto una specie di baracchetta, quasi invisibile nella pioggia, con una finestrina dietro la quale vacillava una luce fioca.

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