La Forza del Destino by Marco Vichi

La Forza del Destino by Marco Vichi

autore:Marco Vichi [Vichi, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EMMEBOOK
pubblicato: 2012-03-03T16:00:00+00:00


D

opo aver fatto il pieno di benzina, alle cinque meno un minuto si fermò davanti al bar di Fosco con la Giulia della polizia, sotto lo sguardo curioso e diffidente della gente del quartiere. Per ogni evenienza aveva portato una delle sue pistole, la Beretta. L’aveva infilata nella fondina sotto l’ascella. Per lui era una cosa strana, quando era in servizio la lasciava quasi sempre in ufficio dentro un cassetto.

Alle cinque in punto Ennio uscì dal bar con una borsa di pelle in mano, e appena vide la Pantera si bloccò. Bordelli suonò il clacson per farsi riconoscere... Il Botta si passò una mano sulla faccia, per riprendersi dallo spavento.

«Mi ha fatto prendere un colpo, commissario» disse aprendo la portiera.

«Si vede che hai la coscienza sporca... Dai, sali».

«Però devo ammettere che lei è un genio». Ennio salì in macchina e si mise la borsa tra i piedi, come se avesse paura che gliela rubassero.

«Così viaggiamo tranquilli» disse Bordelli, partendo.

«È la prima volta che salgo su una macchina del genere da libero cittadino» disse Ennio, contento di quella trovata.

Andarono fino alla Certosa e imboccarono l’Autostrada del Sole, sotto un cielo cupo che minacciava pioggia. La Giulia era truccata, e macinava i chilometri senza fatica.

Attraversarono l’Appennino superando decine di camion che arrancavano nelle salite, discutendo di donne e di truffe, di politica e di cucina.... E ovviamente finirono per parlare delle ricette che Bordelli aveva in mente per il suo compleanno. Lo scetticismo di Ennio fu davvero antipatico. Consigliava al novello cuoco di ripiegare su piatti semplici, mentre Bordelli voleva lanciarsi in lavorazioni complicate...

«Il menu è già deciso... Crostini di fegatini, Zuppa lombarda, Peposo alla fornacina, ’Conigliolo’ alla Tex e per finire la torta di mele... Che ne pensi?»

«Mi dia retta, commissario... Una bella pasta al pomodoro e rìzzati... Lo dico soprattutto per me, sono invitato anche io...»

«Abbi fiducia, Ennio, sarà una cena indimenticabile... Se riuscirò a farla».

«In che senso?»

«Magari stasera finiamo in galera tutti e due» disse Bordelli, accennando con gli occhi alla borsa con i soldi falsi.

«Non lo dica nemmeno per scherzo, commissario. Andrà tutto bene, e per il suo compleanno le porterò una cassa di champagne».

«Non ti ci vedo ricco, Ennio... Che te ne farai di tutti quei soldi?»

«Gliel’ho detto, metto su una trattoria».

«Non ti ci vedo nemmeno a stare tutto il giorno in cucina».

«E perché?»

«Sei abituato alla vita avventurosa, al rischio... Non si rinuncia facilmente a certi brividi…» disse Bordelli, pensando anche a se stesso.

«Io ci provo. Se non ce la faccio vendo tutto e spendo i soldi in macchine e donne».

«Bravo. Così li finisci e ti toccherà abbandonare di nuovo la retta via».

«Lei è come mia nonna, commissario... In qualunque situazione faceva l’elenco delle disgrazie possibili, e ovviamente ogni tanto ci azzeccava».

«Cerco solo di valutare ogni possibilità».

«Solo quelle brutte, mi pare».

«Sarà la forza dell’abitudine...»

«Non sempre le cose vanno male, commissario. Esistono anche le belle sorprese».

«Amen...»

Lungo la strada diritta che dopo Bologna si stendeva tra le pianure coltivate, ognuno si perse nei propri pensieri. La mattina presto Bordelli



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