Indizi Mortali - Le Indagini del Detective Erika Foster #6 by Robert Bryndza

Indizi Mortali - Le Indagini del Detective Erika Foster #6 by Robert Bryndza

autore:Robert Bryndza [Bryndza, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788822775634
editore: Newton Compton
pubblicato: 2023-03-19T23:00:00+00:00


Capitolo 31

«Oddio, questo caso…», disse Erika, mentre tornava a piedi alla stazione di Charing Cross insieme a Peterson. Presero le stradine secondarie meno affollate per poter discutere in pace di ciò che avevano appena scoperto.

«Cos’è quella faccenda del diamante?», chiese Peterson.

«Era il logo di Marissa. Forse pensava che Honey Diamond potesse farle guadagnare una fortuna. Dita Von Teese è diventata milionaria, e Marissa voleva seguire le sue orme».

«In questo caso non fanno altro che accumularsi…».

«Misteri? Bugie?», chiese Erika.

«No, palate di merda. È un casino. La odiavano tutti».

Erika annuì. «Marissa aveva la lingua lunga e di certo non era un tipo discreto, ma da quanto ho capito, ha detto soltanto alla signora Fryatt di essere stata aggredita dal tizio con la maschera antigas».

«Era una bugiarda e non stava simpatica a un sacco di persone. Ma questo non significa che non avesse segreti e paure. Tanta gente è terrorizzata all’idea di dover denunciare un’aggressione. E spesso, proprio le persone più sicure di sé in realtà bluffano, fanno solo finta», disse Peterson.

Erika concordò di nuovo. Erano così presi dal discorso che non si resero conto di aver vagato a vuoto. Da una stradina secondaria risbucarono su Regent Street. Aveva cominciato a cadere un po’ di nevischio.

«Ti va un caffè?», chiese Peterson, notando uno Starbucks ancora aperto all’angolo. «Almeno finché non smette di nevicare».

«Ok».

Fecero passare due autobus rossi e poi attraversarono la strada, affrettandosi per mettersi al riparo dalla neve nel locale ben illuminato. Erika trovò un posto accanto alla finestra e Peterson tornò con due caffè. L’ispettore capo osservò gli addobbi di Natale nelle vetrine dall’altro lato della strada e le file di luci che costellavano Regent Street. Sorseggiarono il caffè bollente guardando fuori.

«Ricapitolando. Prima c’è Joseph Pitkin, che ha stalkerato e fotografato Marissa in svariate occasioni e poi l’ha filmata, forse sotto sua richiesta, per ricattare Don Walpole», iniziò Erika.

«Poi Ivan Stowalski, ossessionato da Marissa e disposto addirittura a lasciare la moglie il giorno di Natale per scappare con lei a New York. Come ben sappiamo, ha cercato di uccidersi.

Poi c’è Don Walpole. Marissa c’è andata a letto quando aveva quindici anni e l’ha ricattato, dicendogli che l’avrebbe denunciato. A quanto pare ha anche rubato un paio di orecchini di diamanti dalla signora Fryatt, ma lei non ci ha detto nulla; quando ci abbiamo parlato però l’anziana sembrava furba come una volpe».

«Credi che il figlio lo sapesse? Non fa il gioielliere a Hatton Garden?», domandò Peterson.

«Forse lo sapeva. Ma la signora Fryatt è l’unica persona a cui Marissa ha raccontato dell’aggressione», disse Erika.

«Aggressione per mano di un tipo con una maschera antigas, che a quanto pare è legato anche a Joseph Pitkin. Il quale si è ammazzato per via delle foto che gli hai mostrato durante l’interrogatorio… cioè, intendo dire che era spaventato a morte».

«Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso», disse Erika in tono stanco. «Se solo in quello stesso momento fossimo riusciti a recuperare il messaggio con il disegno della maschera antigas… Avrei potuto estorcergli altre informazioni.



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