Il tramonto di Venere by Barbara Bottalico

Il tramonto di Venere by Barbara Bottalico

autore:Barbara Bottalico [Bottalico, Barbara]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa, Generica, Militare
ISBN: 9788825410563
Google: lH--DwAAQBAJ
editore: Delos Digital
pubblicato: 2019-11-18T23:00:00+00:00


* * *

– Senti, Amelia, puoi darmi una mano? Peter ha usato testuali parole “non è corretto legalmente e moralmente”. Diamine, non ha imparato da me, questa IA, ma da mio padre!

– Nah, ha preso da te. Sei onesta.

– Beh, non ho mai disubbidito agli ordini o violato la legge e…

– …e Peter ha preso tutti questi dati. Hai sbagliato a impostarlo, non hai messo “impara da me”, ma “impara le cose migliori”. È una funzione nascosta creata da Federica Franti. Si attiva quasi per caso. Peter ha preso le tue parti migliori e ovviamente, essendo una IA, le esalta.

– Forte, la mia IA è migliore di me – rispose in tono sarcastico Clara. – Comunque ho bisogno di parlarti. Cerco un mio amico. Eravamo in un bar e l’ho perso di vista. E tu dovresti poterti collegare alle telecamere della città, e…

– …ed è vietato.

– Gli umani violano qualche piccola regola, per gli amici.

– E le regole più grosse? Le violeresti per lui? Diresti di no a un ordine del tuo comandante? O il tuo essere soldato interferirebbe?

Clara restò senza parole.

– Lascia stare. Non voglio sapere la risposta. Voi umani riuscite a deludere anche i robot. Comunque se è Matteo l’ho incontrato. Sai, credo che a te piacerebbe mia figlia Maria. È un soldato anche lei. Maria Monti. Cercala. State entrambe andando a morire su Venere.

A Clara parve di cogliere un tono stizzito, e ci mise un bel po’ per realizzare che si era appena presa una lavata di testa da un robot.

– Ragazza, sei il robot più materno che io abbia mai incontrato.

– Lo chiedevo perché magari volete una tomba coordinata – rispose lei soave.

– E anche il più lugubre. Dimmi che non stai davvero cercando tombe coordinate…

– Dirtelo sarebbe mentire, Clara. Comunque sono solo un robot senza virus, a differenza di voi umani.

– E quale sarebbe il nostro virus?

– L’odio. Tu ne sei affetta. Hai il virus dell’odio, ti è entrato nel sistema e non vuole andarsene via. Me l’ha detto Michela. L’odio è un virus. L’amore no. Quindi le cose negative sono virus. L’odio, la depressione. L’Alzheimer è il virus che ha preso il cervello di mio padre, anche se non è un sentimento, ma una malattia. Il suo virus era la morte della figlia. La… tristezza. La tristezza è un virus, vero?

– A volte può esserlo.

– Ecco. Tu hai…odio. E tristezza. E paura. Sono questi i tuoi virus. Forse questi virus ti rendono un buon soldato.

– Psicanalizzata da un robot.

Il tono di Clara era sarcastico, e Amelia lo percepì da particolari intonazioni che aveva memorizzato. Rimase in silenzio qualche secondo.

– Non sono i virus a rendermi un buon soldato, Amelia. Sono determinata a proteggere la Terra. Il mio virus è un virus buono. Ci tengo alle persone.

– Però i robot non hanno questi virus. Perché non mi ascolti?

– Perché…

– Perché non lo sai. Mio padre diceva sempre che se passano più di due secondi tra il “perché” e la risposta, vuol dire che non sai rispondere.



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