Il thè è sempre una soluzione by Alexander McCall Smith

Il thè è sempre una soluzione by Alexander McCall Smith

autore:Alexander McCall Smith
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


10

Il sogno del signor JLB Matekoni

Il signor JLB Matekoni si era sentito immensamente sollevato quando la signora Ramotswe gli aveva offerto la possibilità di evitare il lancio col paracadute. L'aveva fatto in modo così intelligente e amabile da risparmiargli ogni imbarazzo. L'ansia l'aveva assillato tutto il giorno, e aveva continuato a pensare al guaio in cui l'aveva cacciato la signora Potokwane. Non era un codardo, ma non poteva fare a meno di aver paura, un vero e proprio terrore cieco, quando pensava al lancio col paracadute. Alla fine, a metà pomeriggio, era arrivato alla conclusione che di quella morte doveva morire, e aveva passato quasi un'ora a pensare ai particolari del testamento che avrebbe dettato il giorno seguente. Alla signora Ramotswe sarebbe toccata l'officina, senza dubbio: l'avrebbe potuta gestire insieme alla signorina Makutsi, che avrebbe riottenuto così il ruolo di direttore. Casa sua sarebbe stata venduta - se ne poteva ottenere un buon prezzo - e il ricavato sarebbe stato diviso tra i suoi cugini, che non se la passavano bene. Si sarebbero potuti comprare del bestiame. Alla signora Ramotswe sarebbe toccato anche un po' di quel denaro, anzi forse addirittura metà, per aiutarla a mantenere i bambini. Del resto i due orfani erano sotto la responsabilità del signor Matekoni. Infine, c'era il camioncino, che poteva andare all'orfanotrofio. Lì avrebbero saputo farne buon uso.

A quel punto si era bloccato. Lasciare il camioncino all'orfanotrofio equivaleva a regalarlo alla signora Potokwane e non era del tutto certo di desiderare questo. A ben guardare, era stata la signora Potokwane a ficcarlo in quel pasticcio, no? Non vedeva proprio perché ne dovesse anche trarre profitto. Da un certo punto di vista, la signora Potokwane sarebbe stata responsabile della sua morte. Anzi, forse sarebbe stato giusto che la mettessero sotto processo. Così avrebbe imparato a manipolare le persone a quel modo. Sarebbe stata una bella lezione per tutte le direttrici prepotenti, e il signor Matekoni aveva il sospetto che ce ne fossero parecchie in circolazione. Gli uomini dovevano reagire, e a farlo per conto loro sarebbe stato il ministro della Giustizia del Botswana in persona, che poteva intentare una causa esemplare contro la signora Potokwane, e incolparla di omicidio, in difesa di tutti gli uomini. Era già un inizio.

Ormai non era più necessario che si arrovellasse in congetture del genere. Dopo la notizia liberatoria che la signora Ramotswe gli aveva dato a tavola, il signor JLB Matekoni non sentiva più il bisogno di fare testamento. Quella sera, una volta tornato a casa, nei pressi del vecchio aeroporto, rimase a contemplare i suoi averi non con l'occhio di chi deve decidere a chi lasciarli, ma con il sollievo di sapere che non se ne doveva separare. Guardò il divano, con i braccioli e i cuscini macchiati, e ripensò ai lunghi pomeriggi del sabato passati seduto lì, ad ascoltare la radio senza pensare a niente di particolare. Poi guardò la veduta di una montagna, dipinta su velluto e appesa alla parete di fronte al divano. Era un bel disegno che doveva avere richiesto un lungo lavoro all'artista.



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