Il peggior nemico di mio fratello by Alexia Torri Rejano

Il peggior nemico di mio fratello by Alexia Torri Rejano

autore:Alexia Torri Rejano [Torri Rejano, Alexia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2024-03-11T12:00:00+00:00


Siamo quasi alla fine del primo tempo e la nostra squadra sta già perdendo. Non ho mai visto Jace ed Heric in questo stato. Sono del tutto demotivati e, oltre a non aiutarsi, sembrano anche far fatica a concentrarsi e a guidare gli altri ragazzi.

«Evans, Hogan! Si può sapere cosa avete? Volete prendere quella palla o no?» esclama il coach da bordo campo, ma è solo una delle tante imprecazioni che rivolge loro.

Mentre giocano, sui volti di entrambi vedo solo scoraggiamento, e proprio quando Jace riesce a recuperare la palla, l’arbitro fischia la fine del primo tempo. E così la lancia via con violenza e si passa entrambe le mani sul volto per la disperazione.

«Venite qua. Subito» minaccia il coach, rabbioso. «Che cazzo avete oggi, eh? Non avete mai fatto così tanto schifo!»

Sento la tensione a mille e la tristezza aumentare sempre di più, perché questa esperienza a Boston non doveva andare così. Non doveva per niente andare così.

Dopo la strigliata del coach, i ragazzi sono demoralizzati. Jace sembra stia imprecando sottovoce, mentre Heric si avvicina a me con aria amareggiata.

«Come va?» Indica la mia caviglia con un cenno della testa.

«Dà fastidio. Invece tu, come stai?»

«Potrebbe andare peggio.»

«Peggio di così? E come?» Rido.

«Ti saresti potuta rompere la caviglia, no?» Heric mi accarezza la nuca.

«Evans femmina, come va?» domanda il coach, sedendosi di fianco a me.

«Oh, bene! Ora sento solo fastidio, la benda e il ghiaccio hanno aiutato.»

«Meno male. Vedrai che con le stampelle e il riposo si rimetterà a posto in un mese.»

«Lo spero.»

«Evans, fammi un favore. Vai a prendere da bere per tutta la squadra, qualcosa di energetico. Fatti aiutare da qualcuno. Io, dopo tutte quelle urla, non ho più le forze» dice il coach a mio fratello, cercando di sdrammatizzare la situazione.

Heric annuisce controvoglia, poi si avvicina ad alcuni suoi compagni e sparisce insieme a loro.

«È successo qualcosa, vero?» mi domanda subito il coach.

«Cosa?» dico stupita.

«Conosco i miei polli, ormai» replica lui, facendosi serio. «Parlo di Hogan e tuo fratello.»

«Oh…» Sono imbarazzata e non ho idea di cosa rispondere.

«A quest’ora quel ragazzaccio di Hogan non starebbe così.» Indica Jace con un cenno del capo. Vedo che è sdraiato a terra, con un braccio sulla fronte.

«Magari è solo stanco…»

«Stanco? Chi, Hogan? Ah, non credo proprio. Per anni l’ho pregato di stare più tranquillo e non l’ha mai fatto. E ora lo fa proprio quando non dovrebbe. Nonostante mi arrabbi con loro, tengo molto a lui e a tuo fratello. Non solo perché sono tra i giocatori più forti che abbia mai avuto, ma perché riescono a dare alla squadra qualcosa in più. E no, non parlo dei punti, ma della determinazione.»

Rimango in silenzio ad ascoltare il coach, presa alla sprovvista dal suo discorso.

«E come conosco i miei polli… conosco la mia polla» aggiunge, dandomi una piccola pacca sulla nuca.

«Io?» Arrossisco.

«Sì, proprio tu. Il discorso che ho fatto per quei due vale anche per te. L’ho capito subito che era successo qualcosa tra voi tre. Non voglio sapere cosa, ma ti chiedo solo… abbi pazienza con loro, soprattutto con Hogan.



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